giovedì 29 gennaio 2015

POE SUITE Racconti di Edgar Allan Poe per voce e piano - Teatro Due Roma


POE SUITE
Racconti di Edgar Allan Poe per voce e piano.

Narrazione Vittoria Faro
Musica composta ed interpretata da Raffaele Pallozzi

Venerdi 30 gennaio ore 21,00
Sabato 31 gennaio ore 21,00
Domenica 1 febbraio ore 18,00

Teatro Due Roma, Via dei Due Macelli 37

Il costo del biglietto è di 12 euro per le serate singole del venerdì e del sabato, e di 15 euro per la rappresentazione completa di domenica. Venendo in teatro la domenica con il biglietto del venerdì o del sabato, si potrà assistere alla pièce integrando il biglietto singolo al costo di 3 euro.
Per le prenotazioni scrivere a teatrodueroma@libero.it o telefonare in teatro al numero  06/6788259

Testacciolab presenta il primo ciclo di racconti per piano e voce POE SUITE, lettura scenica e musicale dell’opera di uno dei più celebri e maledetti narratori di tutti i tempi, Edgard Allan Poe.
Le rappresentazioni si terranno al Teatro Due, in Via dei Due Macelli 37, da venerdì 30 gennaio a domenica 1 febbraio, secondo la seguente articolazione: la serata di apertura sarà dedicata alla lettura musicale del racconto I delitti di Rue Morgue, dal ciclo del Mistero e del Raziocinio; sabato sarà la volta di altre due fondamentali narrazioni dell’autore, Eleonora e Il gatto nero, tratte dal ciclo del Mistero e del Terrore. La kermesse si concluderà domenica 1 febbario con una rilettura completa di tutte e tre le opere selezionate.

«la vertigine non è la paura per l’abisso ma l’attrazione per esso»

In un presente in cui la Paura è tornata protagonista, nessuno meglio di Edgard Allan Poe sa farci scendere negli abissi della coscienza e affrontare il mostro che vi si nasconde.
Nessuno meglio di Poe ha indagato l'apparente contraddizione fra la fede quasi cieca nella ragione umana che vuole spiegare e l'abbandono “alle profondità più remote dell'animo, al mistero che pervade tutta la realtà” (Raul Montanari).
La poesia di Poe è tutta in questa apparente contraddizione, fra la prosa asciutta e rigorosa dell'Io narrante e la musica degli ambienti tenebrosi che la narrazione evoca, nel ritmo continuamente cangiante del suo procedere.

Poe Suite è un esperimento teatrale che vuole raccontare questa dualità, il costante dialogo fra la musica delle “vertigini dell'abisso” e la voce della Logica che si ostina a cercare ragione all'insondabile, al mistero della paura che ci atterrisce e, insieme, irresistibilmente attrae.

In Poe Suite la musica non è il sottofondo alla narrazione, non un semplice contrappunto alla voce ma l'espressione del demone nascosto nei rigorosi proponimenti del Pensiero, l'altra metà dell'Io che non si mette a tacere.
Ne risulta una forma espressiva originale, a metà fra la lettura e la messa in scena, in un inseguimento di musica e parole, nella competizione fra lo scandagliamento dei sentimenti più inconfessabili dell'animo umano e la caparbia tentazione della Ragione a governarli.

IL PROGETTO
POE Suite è un progetto nato da un'idea di Vittoria Faro sui racconti di Edgar Allan Poe. Il progetto è costruito sul costante dialogo fra la narrazione affidata alla stessa attrice ideatrice e le musiche originali composte e interpretate dal maestro Raffaele Pallozzi.
Il progetto prevede più appuntamenti di circa 50 minuti in ognuno dei quali verrà interpretato uno o più racconti di Edgar Allan Poe, a seconda della loro durata.
Per le tre serate al Teatro Due si propone la seguente articolazione:

venerdi 30 gennaio 2015 ore 21.00: POE SUITE # 1: 
dal ciclo del Mistero e del Raziocinio: I Racconti della Rue Morgue

sabato 31 gennaio ore 21.00: POE SUITE #2: 
dal ciclo del Mistero e del Terrore : 
Il gatto Nero 
Eleonora

domenica 1 febbraio
ore 18,00:
I Racconti della Rue Morgue
ore 19.45:
Il gatto Nero 
Eleonora

POE SUITE – RACCONTI PER VOCE E PIANO
Con Vittoria Faro e Raffaele Pallozzi
da un’idea di Vittoria Faro
Regia di Vittoria Faro
Musiche originali di Raffaele Pallozzi
Tecnico Luci e Suono: Silvia Crocchianti
Ufficio Stampa: F/M PRESS 


VITTORIA FARO, attrice e regista
Agrigentina, studia fin da bambina danza, musica e teatro. Conseguito il diploma di maturità classica si trasferisce a Roma per approfondire gli studi di recitazione e, nel contempo, iscriversi alla Facoltà di Lettere con indirizzo digitale all’Università La Sapienza, seguendo l’evoluzione dei più interessanti linguaggi espressivi contemporanei.
Nel 2012 si diploma con il massimo dei voti all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel corso degli studi ha modo di approfondire il suo percorso formativo in diversi laboratori con grandi maestri quali: Luca Ronconi, Mario Ferrero, Paolo Giuranna, Giuseppe Bevilacqua, Anna Marchesini, Michele Monetta, Rosa Masciopinto, Nicolaj Karpov, Sergio Rubini, Daniela Bortignoni, Arturo Cirillo, Valentino Villa, Lorenzo Salveti.
Nel 2012 debutta al Teatro Vascello di Roma con “ La Madre” regia di Alessandro Berdini nel ruolo della coprotagonista;
Nel 2013 torna nella sua città presso il Teatro della Posta Vecchia con il Recital DESTRUCTION, come attrice e regista.
Nel 2014 viene scritturata per la prima nazionale di “ A Ciascuno il Suo” regia di Fabrizio Catalano, ancora in scena nei teatri italiani.  È inoltre protagonista di L’INFERNO È SOLO UNA SAUNA di Katia Bruner, per la regia di Valentino Villa, che ha partecipato alla nona edizione del festival di teatro contemporaneo SHORT.
Sempre nel 2013 è protagonista dello spettacolo La Cocciutaggine per la regia di Dante Antonelli, dell’autore argentino contemporaneo R. Spregelburd, in concorso al RIC Festival teatrale di Rieti.
Nel contempo collabora già dal 2008 alla produzione di eventi artistici e culturali in seno all’associazione TestaccioLab, nella quale è responsabile del settore arti performative.
Nel maggio 2014 cura la regia di INVASION, progetto di site specific applicato all’architettura contemporanea, realizzato su drammaturgia originale nell’ambito della manifestazione internazionale OPENHOUSE.


Raffaele Pallozzi (pianista)
Sulmonese, classe 1965, ha iniziato fin da ragazzino a suonare il pianoforte. Nel 1982 ha seguito il corso di piano jazz con Riccardo Fassi presso Scuola Popolare di Musica Testaccio Roma e a seguire diversi corsi in Italia.
Nel 2009 ha conseguito la Laurea di I livello in jazz votazione 110 e lode presso il Conservatorio Alfredo Casella
L’attività di musicista lo ha portato ad esibirsi con alcuni dei più importanti artisti della scena musicale italiana e straniera come:
Bill Smith, Don Moie, Greg Abate, Joy Garrison, Kelly Joyce, Geoff Warren, Fabrizio Bosso, Bepi D’Amato, Gianni Savelli, Tony Pancella (piano duet), Dado Moroni, Ornella Vanoni, Stefano “Cocco” Cantini, Larry Franco, Simona Molinari, Saturnino, Ettore Fioravanti, Marcello Di Leonardo, Luca Bulgarelli, Maurizio Dei Lazzaretti, Max Ionata, Marco Loddo, Nicola Angelucci, Alessandro Svampa, Fabrizio Mandolini, Stefano Cantarano, Andrea Avena, Peppino Principe, Claudio Coccoluto, Pietro Iodice, Nicola Cordisco, Massimo Morricone, Massimo Manzi, Bruno Marcozzi, Fabrizio Mandolini, Roberto Desiderio, Gabriele Pesaresi, Carl Potter, Karima, Niki Nicolai, Gabriele Cirilli, Mauro Marino, Marco Messeri, O.R.O (Onde Radio Ovest dal 1998 al 2001).
Ha suonato presso Teatri e Festival Jazz di:
Parigi (Festival jazz di Xanakis con Venanzio Venditti Quartet); Honk Kong, Shang-ki e Pechino (In Duo con Simona Molinari); Blue Note di Tokio e Milano, The Place Roma, Napoli Premio Carosone, Premio Lunezia, Feltrinelli Milano e Napoli, Tegiano, Ischia, Sistina, Atessa, Ortona (Simona Molinari e La “Mosca Jazz Band”); Mosca e San Pietroburgo (con Kelly Joyce); Festival di Sanremo (con Simona Molinari, Ornella Vanoni e Fabrizio Bosso); Arena Di Verona (con Ornella Vanoni e Simona Molinari); San Siro “Stadio” (“Amiche per l’Abruzzo” con Niki Nicolai, Karima e Simona Molinari), Pescara (Raffaele Pallozzi Quartet); Sulmona (“Raffaele Pallozzi in Concerto”); Introdacqua, Pettorano sul Gizio, Castelvecchio Subequo, Popoli (“Muntagn’in Jazz” 2007/08/09/12); Pescara Casa del Jazz (con Geoff Warren Quartet, Simona Pacelli Octet); Fondazione Pescara Abruzzo “Maison de la Musique” 2006/2008/2011/2012 (con Marco di Marzio Trio, Simona Molinari Quartet, Simone Pacelli Octet, Tune Up Quintet); Vari Teatri Italiani (con la compagnia teatrale “Drammateatro” in veste di musicista-attore nell’opera di Bertold Brecht “Uragani”, musiche di Kurt Weill e Angelo Valori)

Concorsi Vinti
• Nel 1975 all’età di dieci anni vince il Primo Premio nel Concorso “Giovani Pianisti e Fisarmonicisti” Montesilvano (PE); Nel 2000 vince il concorso Baronissi jazz con Max Ionata, Maurizio Rolli, e Nicola Angelucci. Per Max Ionata scrive il brano “ I Hope I Wish “ contenuto nel cd Little Hand del Max Ionata Quartet

Programmi tv
• Con Simona Molinari è ospite in trasmissioni televisive: Festival di Sanremo, Uno mattina, Domenica In, Effetto Sabato, Wind Musica Award Italia uno.
• Insieme agli “O.R.O” partecipa alla trasmissione televisiva “Serata Con” Video Italia in mondo visione.
Discografia
• “Croce e Delizia” come pianista arrangiatore e compositore firmando anche parte dei brani del nuovo album, tra i quali “amore a prima vista” cantato da Ornella Vanoni e premiato ai Wind Music Awards Verona.
• “Real X” il disco di Fabio Colella (batteria) dove è autore di una composizione dal titolo Borgo 8000.
• Registra e compone per Claudio Coccoluto le musiche per un cd dal titolo “circuml@vorando” colonna sonora dei servizi di Tg Neapolis per la Rai.
• Musica una poesia inedita di Augusto Daolio “Principe Desiderio” contenuta nel disco Elya di Elia Santilli.
• “Egocentrica” di Simona Molinari e nello stesso anno ha accompagnato la cantante insieme a Ornella Vanoni e Fabrizio Bosso al Festival di Sanremo.
• “Uragani” di Bertold Brecht (edito da Manifesto e distribuito da la Feltrinelli).

Attività didattica
• Dal 1990 svolge attività didattica privatamente e nelle scuole ( Icarus L’Aquila, Sonica Manoppello )


TESTACCIOLAB Associazione Culturale
Muovendo da uno dei rioni romani a più radicata vocazione creativa, TestaccioLab opera dal 2005 per uno scambio reale fra le più attive risorse artistiche del panorama nazionale ed internazionale e le migliori energie della provincia italiana più periferica. Il movimento sostiene la promozione delle risorse intellettuali e del potenziale creativo, superando la tradizionale separazione ideologica fra cultura e profitto, attraverso la sperimentazione concreta di nuovi modelli di attuazione del principio dell’Economia della Cultura, che ha visto impegnata l’equipe in numerose iniziative.
TLab è un laboratorio aperto di ricerca, elaborazione e produzione di iniziative e progetti artistici e di creatività, in forme e linguaggi espressivi diversi. Mette in rete risorse creative, artistiche e professionali disposte a condividere know how ed esperienze per produrre progetti condivisi o offrire servizi di creatività a committenze pubbliche e private. E’ un marchio che promuove un modello etico di produzione di arte e creatività, una rete di realtà professionali che ne sostengono le attività

Fra le iniziative:
2014 – Invasion Spexific@Enterprise, nell’ambito Openhouse 2014, intervento artistico performativo multimediale di site specific. La drammaturgia originale, ispirata alla connotazione tecnologica dell’architettura, associa l’insediamento dell’azienda nel sito all’evoluzione di un virus.
Info: http://www.testacciolab.net/?p=322
Video report: https://www.youtube.com/watch?v=6WMV6hrvc8E

2008 - L’AltroSenso, Percorso interdisciplinare interregionale di arte e creatività al femminile, (Sulmona, Scilla, Agrigento, Roma). In ogni contesto toccato dal progetto, viene individuata tra le specificità locali, una figura femminile legata al mito, alla letteratura o alla storia dei luoghi che tratteggi una delle caratteristiche della multiforme sfera della femminilità riletta attraverso i linguaggi della contemporaneità artistica. Su tale specificità sono realizzate mostre di pittura, fotografia, scultura, fumetti, performance di musica, teatro-danza e video, spettacoli teatrali, momenti di poesia e musica, moda, installazioni.
http://www.testacciolab.net/?p=87

2006 – L’Amore è un’altra Storia Festival di letteratura sentimentale nella città di Ovidio.
Manifestazione Due giorni di letture, arte, musica, teatro e danza nella città di Ovidio, da sempre legata al suo poeta, al cantore di teneri amori, realizzata nell’ambito dell’iniziativa nazionale: Ottobre: piovono libri – I luoghi della lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
http://www.testacciolab.net/?p=261

2009- MAKING OFF, rassegna di n. 5 appuntamenti mensili che uniscono esposizioni ad eventi performativi secondo un format originale in cui il design dell’evento partecipa alla creazione di un dialogo tra l’artista, l’opera e chi la fruisce. Un’immersione nell’esperienza creativa da vivere come un’occasione partecipata e condivisa di dialogo, approfondimento e scambio.
http://www.testacciolab.net/?p=271

2005- COMUNIC’AZIONE A TESTACCIO. La prima vera sfida della nascente TestaccioLab è stata creare una rete fra le allora molto attive realtà creative testaccine, proponendo un percorso nel rione alla ricerca delle particolarità di ogni singola voce, alla scoperta dei seminterrati vicini al Tevere. Nasce così Comunic’Azione, un percorso artistisco nel rione di Testaccio aperto ai diversi linguaggi espressivi, ognuno in una sede diversa nel quartiere.
A fare da trade d’union fra le diverse generazioni attive nel Rione, la figura di Gianpistone, eclettico artista della Scuola Romana, in realtà sempre fuori dagli schemi, il cui studio in via Gessi era stato per decenni un punto di riferimento nel rione.
http://www.testacciolab.net/?p=68

2006 - Contatto è un format in cui Arte, Cibo e Intrattenimento convivono in un unico spazio espositivo, dove il pubblico è costantemente stimolato da immagini, suoni e sapori legati tra loro in un gioco di rimandi sensoriali. Le opere dell’artista in mostra vengono interpretate dalle creazioni gastronomiche dello chef, il quale propone al pubblico  “abbinamenti culinari” con una duplice interpretazione: visiva e gustativa. La prima interpreta l’opera attraverso forme e colori, la seconda rimanda alle suggestioni gustative suscitate dal cibo.
http://www.testacciolab.net/?p=18

TestaccioLab ha promosso e prodotto spettacoli teatrali:

2013: La Cocciutaggine di R.Sprekelburg, messo in scena al Ric Festival di Rieti dagli allievi dell’Accademia nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico con la regia di Simone Dante Antonelli; https://www.youtube.com/watch?v=Cgrh-_uGOEU

2008: Odissea Penelope con Paola Gassman, Teatro Pirandello Agrigento

2012: Distruction con Vittoria Faro, Teatro della Posta Vecchia Agrigento

2005: Clandestino, Spettacolo di danza performativa, Compagnia Janas, Roma, 2005) con la regia della coreografa Barbara Piga

info sul sito http://www.testacciolab.net/
Facebook: Testaccio Lab
https://www.facebook.com/pages/Testaccio-Lab/418158841649205?fref=ts

Ufficio Stampa
F/M Press
fmpress.roma@gmail.com
Francesca Romana Maruotti: 3405771436
Marta Scandorza: 3464928633


Ufficio stampa Teatro Roma Due
Angela Telesca
uffstampa.teatrodueroma@gmail.com
cell: 3208955984

martedì 27 gennaio 2015

Da Balla a Dalla - Teatro Sala Umberto (Roma)

Ilaria Guidantoni Giovedì, 22 Gennaio 2015

Dal 20 al 25 gennaio. Un omaggio che Dario Ballantini rende all’amico e grande cantautore Lucio Dalla, reinterpretando una parte scelta della sua straordinaria produzione artistica. Un caso singolare, un artista all’ombra di un artista, non semplice imitazione o reinterpretazione. Una “reincarnazione" originale che svela Dalla attraverso la storia di Ballantini, a dimostrazione dell’altro come specchio e del potere dell’arte. Ironico, raffinato, virtuoso nell’esibizione con un valente gruppo di musicisti, trasformista, cantante, una nota cabarettistica ma soprattutto narratore, cantastorie che testimonia la fucina tra lo scherno e l’impegno civile e sociale che è da sempre la città di Livorno.

Massimo Licinio presenta
Dario Ballantini in
DA BALLA A DALLA
storia di un’imitazione vissuta
progetto e regia di Massimo Licinio
scritto e cantato da Dario Ballantini
arrangiamenti & direzione musicale del Maestro Stefano Cenci

È uno spettacolo che ricorda Dalla visto attraverso il racconto di vita vera di Dario che, da fan imitatore giovanissimo e pittore in erba, aveva scelto il cantautore emiliano come soggetto di mille ritratti e altrettante rappresentazioni da imitatore trasformista, fino all'incontro vent'anni dopo in cui i ruoli si sono, come in un sogno, ribaltati facendo sì che Lucio diventasse un sostenitore del successo di Dario, come pittore e trasformista.

Ballantini con i musicisti, diretti dal Maestro Stefano Cenci, racconta minuziosamente i passaggi della carriera di Dalla, cantando con voce sorprendentemente fedele all'originale e trasformandosi “dal vivo” in lui. Tra un brano e l’altro, scorrono sul proiettore le decine di foto tratte dai disegni di Ballantini sui diari scolastici che rivelano la maniacale passione per Dalla, che ha avuto modo di rendersi conto di questa nascosta passione durante la mostra alla Triennale Bovisa di Milano dove Lucio cantò per un ora, mentre Dario dipingeva.

In scena un gruppo di musicisti talentuosi che non fanno da sfondo. Sono la colonna sonora e parte della voce dello spettacolo, con un sassofono che è a sua volta un gioco di luci, una chitarra che è potenza. In primo piano per terra casette giocattolo inclinate, storte, forse crollate ma non arrese e su un lato un camerino dove il protagonista si trucca e si strucca, si cambia in scena tra il visto e il non visto e diventa Dalla.

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Bianca Maria Cristina di Savoia, a un anno dalla beatificazione

Ilaria Guidantoni Domenica, 25 Gennaio 2015

Semplicemente la storia di una donna tra l’austerità piemontese e la goliardia napoletana sullo sfondo di un mondo che cambia.

A un anno dalla beatificazione della regina santa, com’era chiamata affettuosamente dal popolo napoletano, i convegni di cultura di Roma Capitale dedicati a questa figura singolare di donna, delicata e potente ad un tempo, hanno organizzato un appuntamento per restituirci la figura nel contesto storico e culturale dell’epoca sullo sfondo della scuola di Posillipo.
Un anno fa in occasione della beatificazione, sempre a Roma c’era stata la rappresentazione di una pièce teatrale dedicata a questa figura scritta e diretta dalla collega giornalista e scrittrice Mariù Safier che abbiamo recensito su queste pagine, dove, attraverso lo sguardo delicato e attento ai sentimenti – nello stile dell’autrice – si offre un’attenda ricostruzione storica.
Maria Cristina, vissuta solo 23 anni, non ebbe modo di organizzare intorno a sé un movimento culturale, ma in qualche modo si rispecchiò nella vivacità della Napoli di allora e seppe infondere nuova fiducia a una città che ieri come oggi, accanto a tanto splendore “coltivava” una corte dei miracoli.

Nasce a Cagliari nel 1812, figlia di Vittorio Emanuele I e Maria Teresa d’Asburgo-Este, e in quanto femmina non fu accolta con grande entusiasmo. I Savoia non vivevano uno dei loro periodi migliori dopo che le truppe francesi avevano occupato il Piemonte ed erano stati costretti a ritirarsi sull’isola. Tra i personaggi importanti della vita di Maria Cristina un posto speciale occupa Rosa Bersarelli, sua confidente fino agli ultimi giorni e il padre olivetano Giovanni Battista Terzi ai quali la madre affiderà a bambina. Quest’ultimo la influenzò molto e dopo la morte di lei si sentì anche responsabile di averla spinta ad alcune scelte come il matrimonio.
Maria Cristina cresceva devota, con il desiderio di ritirarsi in convento, accondiscendendo al trotto e al ballo.
Arrivò a Torino nel 1815 dove il ritorno dei Savoia fu accolto con grande esultanza perché la famiglia reale al Congresso di Vienna si era battuta per la cacciata dei francesi, così ebbe in premio l’annessione della Liguria. La vita di corte locale era molto austera, quasi claustrale, monotona, senza modernità. Maria Cristina, detta l’angioletto e da certuni la vecchietta, per la sua attitudine al raccoglimento e ad una maturità che la rendevano più grande della sua età, forse fin troppo, si trovava a suo agio in questo ambiente. Tutto filava liscio o almeno così sembrava senonché i Savoia si mostrarono poco inclini a elargire concessioni liberali come altrove in tutta Europa. Vittorio Emanuele I preferì abdicare in favore di Carlo Felice e, in sua assenza, passare la reggenza a Carlo Alberto pur di non venire a patti con i sudditi.

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Premio di Drammaturgia "Riccardo Cavallo" - Teatro de' Servi (Roma)

Ilaria Guidantoni Domenica, 25 Gennaio 2015

Un premio per ricordare, non solo per attingere alla memoria, quanto per incentivare e promuovere nuovi testi. Sul testo e sul valore della parola ha puntato la prima edizione. Vincitore tra l’altro un allievo di Riccardo Cavallo, Roberto Attias, con un testo di grande impatto e impegno civile. Gli stralci letti dei tre testi finalisti commuovono, intrigano, appaiono ben costruiti. Interessante e decisamente originale, con un’ironia sottile, quello firmato da Tiziano Rovai.

PREMIO DI DRAMMATURGIA INTITOLATO A "RICCARDO CAVALLO"
direzione artistica della serata a cura di Bruno Alessandro
- AVENIDA DEL SOL BUENOS AIRES CORSO GARIBALDI S.ROSALIA di Roberto Attias
- L'INCONCILIABILE O L'IMPORTANZA DELL'OROLOGIO di Tiziano Rovai
- GLI INNAMORANTI- UNA FAVOLA DEL SUD di Chiara Rossi e Silvestra Sbarbaro
letture - a cura di Bruno Alessandro - interpretate da Antonella Alessandro, Bruno Alessandro, Gerolamo Alchieri, Domitilla D'amico, Ughetta D'Onorascenzo, Daniele Giuliani, Marco Mete, Antonio Palumbo, Dario Penne, Carlo Reali, Marco Vivio

Il premio di drammaturgia Riccardo Cavallo è stato istituito dall'Associazione Per Lo Spettacolo, e concepito da Rodolfo Bianchi, attore e presidente dell’associazione. Seguendo le linee guida e i propositi dell'associazione, il bando ha voluto offrire una possibilità agli autori contemporanei, ponendo due soli requisiti: che le opere fossero originali e rappresentabili. La decisione di intitolare il premio a Riccardo Cavallo, è stata mossa dal profondo sentimento di stima e affetto che gli associati nutrivano e nutrono nei suoi confronti, ritenuto regista di grande spessore, artista capace di assorbire le suggestioni di un testo, per poi rifiltrarle e farle vivere in una chiave diversa, originale, unica eppure condivisibile. E’ stato tra l’altro collaboratore di Gigi Proietti al Brancaccio e Direttore del Brancaccino.

La commissione teatro dell' Associazione Per Lo Spettacolo - composta da Claudia Balboni, Cinzia Villari, Antonio Sanna, Lorenzo Profita, Elisa Carucci, Franco Mannella - ha selezionato, tra i testi pervenuti, tre testi finalisti, rispettivamente, "Avenida del Sol Buenos Aires Corso Garibaldi S. Rosalia" di Roberto Attias, vincitore di questa prima edizione; "L'inconciliabile o l'importanza dell'orologio" di Tiziano Rovai e "Gli Innamoranti- Una Favola Del Sud" di Chiara Rossi e Silvestra Sbàrbaro. Entro fine mese sul sito dell’associazione verrà annunciato il bando della seconda edizione con l’ambizione, nel frattempo, di trovare fondi per mettere in scena lo spettacolo vincitore.

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Dal 29 gennaio all’ 8 febbraio 2015 "Prima di andar via" Teatro Elfo Puccini Milano

PROGETTO GOLDSTEIN
in collaborazione con
TEATRO ARGOT STUDIO e UFFICI TEATRALI
presenta
TEATRO ELFO PUCCINI
 29 gennaio | 8 febbraio 2015

PRIMA DI ANDAR VIA
di Filippo Gili
regia Francesco Frangipane
con Giorgio Colangeli, Filippo Gili,
Michela Martini, Aurora Peres, Barbara Ronchi
musiche originali Roberto Angelini
 scenografia Francesco Ghisu
 luci Beppe Filipponio
 costumi Biancamaria Gervasio
assistente alla regia Laura Fronzi
distribuzione OffRome

Dal 29 gennaio all’ 8 febbraio 2015, per la rassegna Nuove Storie al Teatro Elfo Puccini (Sala Bausch), e per la prima volta a Milano, va in scena lo spettacolo rivelazione della scorsa stagione, Prima di andar via di Filippo Gili, per la regia di Francesco Frangipane, prima tappa di un intenso percorso drammaturgico e teatrale in cui si vogliono affrontare i grandi temi universali, come la vita e la morte, il destino e il libero arbitrio. Lo spettacolo è diventato un film diretto da Michele Placido, presentato nel Novembre 2014 alla 32 edizione del TFF_Torino Film Festival.
In Prima di andar via la morte viene vista come possibilità di salvezza e il protagonista la invoca in nome della libertà e della volontà di poter essere artefice del proprio destino, assumendosi la responsabilità degli effetti devastanti che questa scelta provocherà nelle dinamiche sociali, e in particolare nel luogo in cui si è scelto di focalizzare l’attenzione: la famiglia. Un microcosmo che ci permette, proprio grazie alla riconoscibilità di situazioni familiari quotidiane, di predisporre il pubblico ad un meccanismo automatico d’immedesimazione e di catarsi, fino a condurre lo spettatore a condividere le emozioni dei personaggi tanto da farsi carico delle domande e dei dilemmi che travolgono i protagonisti.
Una bella famiglia unita. Una normale famiglia felice. Una tranquilla cena familiare che si trasforma in tragedia a causa di un inaspettato annuncio. Cinque personaggi accerchiati che si fronteggiano come pugili su un vero e proprio ring. Un figlio che affonda il primo colpo. Inaspettato. Impensabile. Padre, madre e sorelle che accusano il colpo, un colpo tremendo che va a segno. E barcollano, arrancano, indietreggiano fino all’angolo, cercano di riprendersi e reagiscono, lo attaccano, lo scuotono, ma senza riuscire a colpirlo. Una notte drammatica dove, colpo su colpo, si confrontano/scontrano padre e figlio, madre e figlio, sorelle e fratello in un viaggio ora violento ora tenero nelle mille sfumature della psiche e dell’animo umano.
Nel secondo capitolo, dal titolo Dall’alto di una fredda torre, appena presentato, in prima nazionale, al Teatro Argot Studio di Roma, l’attenzione si sposta sull’angoscioso dilemma se sia giusto o no incidere sul destino degli altri.            

Ufficio Stampa Giulia Taglienti – 339.8142317
ufficiostampa@teatroargotstudio.com | ufficiostampa@offrome.com

Teatro Elfo Puccini,  c.so Buenos Aires 33 (Milano):
dal martedi al sabato ore 19.30
la domenica ore 15.30
Biglietto unico 15 euro
tel. 02 00 66 06 06

Julien Zoluà - Teatro Due (Roma)

Scritto da  Ilaria Guidantoni Sabato, 24 Gennaio 2015

Dal 21 al 25 gennaio. Chiude Cantieri contemporanei - l'Officina promozionale di drammaturgia contemporanea curata dal Teatro Due di Roma - lo spettacolo "Julien Zoluà", che vede tra gli interpreti proprio l'organizzatrice della rassegna, la giovane Roberta Azzarone. Lo spettacolo ha debuttato in occasione del Venice Open Stage, festival internazionale di giovani interpreti, a luglio 2014; scritto da Giulio Maria Corso (attualmente interprete del personaggio di Phil in "Rapunzel" al fianco di Lorella Cuccarini), si è aggiudicato il premio Siae Nuova Drammaturgia Under 35.

Cantieri contemporanei - Officina promozionale della drammaturgia contemporanea a cura del Teatro Due Roma presenta
con il patrocinio dell'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico
JULIEN ZOLUA'
di Giulio Maria Corso
diretto e interpretato da Roberta Azzarone, Michele Lisi, Carlotta Mangione, Valerio D’Amore, Carmine Fabbricatore

Uno spettacolo non codificabile facilmente, teatro nel teatro dove il teatro è anche l’oggetto di alcune scene, interpreti capaci che alternano il ruolo di attore più tradizionale ad incursioni nei territori del teatro-danza e del mimo, dando vita ad uno spettacolo scarno, nudo, quasi senza scene e contraddistinto da un testo con accenti onirici, a tratti delirante, strampalato e con una storia in fondo molto semplice.

Sul palcoscenico si svela la storia di un amore che finisce e di un amore che divampa, oltre le convenzioni sociali, oltre le etichette, oltre i ruoli, commentato in rima da due fools perditempo e pettegoli che a tratti sembrano fare da suggeritori, come una sorta di inconscio dei personaggi, a tratti svolgono un ruolo comparabile al coro nella tragedia greca. La scena è ambientata in un mondo senza tempo e spazio, poco connotato, una sorta di mondo da fiaba. Siamo in un regno, all’interno di una casa probabilmente agiata.

Julien è il giovane servitore del signor Leone Isidoro, nato e cresciuto nella sua casa dove già i suoi genitori lavoravano prima della sua nascita.

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Un diavolo per capello - Teatro de' Servi (Roma)

Ilaria Guidantoni Mercoledì, 21 Gennaio 2015

Dal 6 al 25 gennaio. Ricci e capricci sul palcoscenico del Teatro de’ Servi dal 6 al 25 gennaio, con la commedia "Un diavolo per capello", scritta da Cinzia Berni e Roberto Marafante. In scena la stessa Cinzia Berni, Maria Lauria, Marilena Frasca, Francesca Ceci, Davide Clivio e Pascal Persiano. Spassoso, quotidiano, così tanto da sembrare vero. E’ la credibilità la cifra di questo spettacolo che è come sfogliare una rivista di gossip. Ogni tanto fa bene, per prendere una boccata di ossigeno e distrarsi dagli affanni della vita. I personaggi sono tutti calati perfettamente nel ruolo, scelti e “adattati” a misura. Il tono leggero e pettegolo non perde il ritmo, che anzi nella seconda parte ci regala qualche spunto dolce-amaro di saggezza comune.

La Bilancia Produzioni presenta
UN DIAVOLO PER CAPELLO
di Cinzia Berni e Roberto Marafante
con
Cinzia Berni - Maristella, la ricca e spietata vedova
Maria Lauria - Conci, la simpatica parvenu
Marilena Frasca - Olga, l’estetista
Francesca Ceci - Eva, la starlet disoccupata
Davide Clivio - Maurizio, il cantante barista
Pascal Persiano - El Diable, il parrucchiere


Una scenografia da casa di Barbie, tutto bianco e rosa caramella. Siamo all’interno di un salone di bellezza per vip, dove vanno in scena - perché è una sorta di palcoscenico della vita, con storie che si intrecciano, suggeritori, registi, camerini, entrate e uscite - pettegolezzi, umane ipocrisie e cattiverie gratuite. Di cui ridere e dolersi ad un tempo perché sembrano quello che capita tutti i giorni a qualcuno che si conosce. E’ così leggero da sembrare vero. Commedia divertente e semplice, senza grandi implicazioni, a tratti un po’ acidula e cinica, dove le donne alla fine si confermano comunque la parte migliore della società anche quando non sono certo senza magagne.

La scusa della cura e il mito della bellezza non sembrano in fondo le vere ragioni del parrucchiere ché, a detta di una cliente, sostituisce e in modo più piacevole lo psicanalista; con un doppio risultato: l’effetto consolatorio è immediato perché lo specchio dà una risposta certa che dona fiducia e un sorriso. La cura di sé è la metafora dell’affetto mancato, la voglia di giovinezza e di un’altra possibilità, il desiderio di piacere e di essere riconosciuti dall’altro ma è anche un modo per dare un’immagine giusta e coltivare la reputazione. In un mondo di apparenza, come la navigata signora bene venuta dal nulla - figlia di una portiera - ben sa, una buona piega è la ricetta perché ogni giorno splenda il sole.


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