martedì 13 ottobre 2015

Borges Piazzolla - Teatro Quirino (Roma)

Scritto da  Ilaria Guidantoni Domenica, 11 Ottobre 2015

Musica e parole intrecciate in un dialogo immaginario che si anima prima di tutto nel cuore di Giorgio Albertazzi: il tango di Astor Piazzolla e la scrittura di Luis Borges, lo spirito corsaro, il duende, sono le passioni di questo attore che, pur provato nel fisico, domina ancora incontrastato la scena. Potrebbe essere immobile, legato, la sua voce diventa strumento e gesto da sola. Grande mattatore che sceglie i graffi del tango nuevo e la partitura di una letteratura surreale nell’andamento oltre che nel pensiero per stringere una regia insolita. Albertazzi, con un complesso musicale di grande profilo e una Mariangela D’Abbraccio che si mostra interprete canora di talento è il vero regista in scena, quasi un direttore d’orchestra che con un cenno muove le fila.

Giorgio Albertazzi e Mariangela D’Abbraccio in
BORGES PIAZZOLLA
pianoforte Fabrizio Siciliano
fisarmonica Gianluca Casadei
chitarra Luca Pirozzi
violino Alessandro Golini
contrabbasso Raffaele Toninelli
regia Francesco Tavassi

Giorgio Albertazzi e Mariangela D'Abbraccio tornano insieme sui nostri palcoscenici.
Lo spettacolo "Borges Piazzolla" nasce da un’idea del maestro Giorgio Albertazzi che vuole, con questo omaggio al grande scrittore argentino ed all'amato musicista Piazzolla, ripercorrere, insieme a Mariangela D'Abbraccio, alla quale è legato da un percorso di vita e di arte, un viaggio nella loro grande opera. In effetti in certi momenti c’è l’impressione, lo spunto di un amarcord tra i due, soprattutto nel finale, ed alcune improvvisazioni con declamazioni d’amore che Albertazzi tira fuori dal suo repertorio con la naturalezza dello spessore di un grande della scena, sembrano autenticamente dedicate alla compagna di scena.

La prima parte dello spettacolo trascina sulle onde della suggestione dentro le periferie di Buenos Aires che Albertazzi ci fa vivere e disegna davanti ai nostri occhi increduli con… nulla. Senza scenografia, né un racconto articolato, sono i gesti, le movenze, piccoli frammenti a restituirci ad esempio il quartiere Palermo, il suo quartiere.

La recensione integrale su Saltinaria.it


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