lunedì 4 novembre 2013

Lo Sfascio - Teatro Sala Umberto (Roma)


Venerdì, 01 Novembre 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 29 ottobre al 17 novembre. Una scena fissa dentro uno sfasciacarrozze perfettamente ricostruita in stile anni ’70, dall’insegna all’arredo, ai costumi dei personaggi, a quell’atmosfera di sogno di onnipotenza, delirio e infine miseria di una generazione perduta. Sono personaggi senza pietà nemmeno verso se stessi, nessuno dei quali ha un ripensamento né tanto meno un pentimento. Non si salva nulla ed è l’amara realtà di un sottobosco di periferia degradata dove il controllore è più corrotto di chi dovrebbe essere sorvegliato. L’unico spazio di tenerezza viene dalla ‘follia’, da quella demenza ingenua del fratello del proprietario dello sfascio che ricorda un po’ l’infermiere di “Parla con lei”. E’ così che da tanto male, da una madre terrorista, forse animata da grandi ideali e cattive azioni, e da un padre inconsapevole perso nei suoi sogni di bambino cresciuto, batte un cuore nuovo e la vita trionfa, malgrado tutto. Due ore che scorrono senza perdere in intensità, con luci e suoni che danno il ritmo e il cambio scena nell’azione, un’amara ironia, con scene forti e grevi ma sempre motivate, senza volgarità gratuita. Interpreti davvero all’altezza.
 

Mind Production e Simone Giacomini presentano
LO SFASCIO 
di Gianni Clementi
con Nicolas Vaporidis, Riccardo De Filippis, Alessio Di Clemente, Augusto Fornari
e con Jennifer Mischiati
scenografia Carmelo Giammello
costumi Sabrina Chiocchio
regia Saverio Di Biagio e Gianni Clementi

Siamo negli anni ’70, in piena strategia terrorista. Malavita di bassa lega, ricettatori, rapinatori di fortuna per necessità, piccolo spaccio e bische clandestine incrociano involontariamente il proprio destino con quello della strategia della tensione. In mezzo la polizia, vittima, carnefice e connivente allo stesso tempo. Fosco, quarantenne titolare di uno sfasciacarrozze (lo sfascio in romanesco) e con precedenti penali alle spalle (che si mantiene sempre sul filo del rasoio perché tre mesi ‘al gabbio’ gli sono bastati), è un amante della bella vita e non perde occasione per tradire sua moglie Katia, in avventure occasionali. Becero e arrogante, è anche un giocatore incallito di carte e, insieme all’amico poliziotto Ugo, assiduo frequentatore di bische clandestine. Manlio, venticinquenne fratello di Fosco e afflitto da un serio handicap mentale, lavora allo sfascio ed è immerso nel suo mondo, composto disordinatamente da immagini di calendari sexy, gomme da masticare e giochi infantili, con una passione smodata per il cartone animato Tom e Jerry. Frequentatore abituale dello sfascio è Luciano, detto Diecilire, un piccolo truffatore costantemente in cerca di soldi, consumatore di cocaina.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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