lunedì 18 novembre 2013

Brutto - Teatro Filodrammatici (Milano)


Sabato, 16 Novembre 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 14 novembre all'1 dicembre. Spettacolo gustoso e godibile, ironico, prova di uno sforzo di interpretazione notevole che non si arrende ad un cambio continuo di ogni personaggio che ha un doppio e un solo interprete; una situazione scivola nell’altra e si ritrova nella prima, il cambio è continuo e circolare: così senza perdere il ritmo né il filo, senza ingarbugliare la vicenda ad effetto ma tenendo fermo il rigore dell’azione, con leggerezza si parla di un tema caro al Novecento, l’identità. Non è tutto nuovo il contenuto ma è nuovo il modo di raccontarlo, il mood, la leggerezza tenuta sul filo in sospeso senza mai scivolare in pura comicità. Bravissimi gli interpreti.
 
Produzione Teatro Filodrammatici presenta
BRUTTO
di Marius Von Mayenburg
traduzione Umberto Gandini
regia Bruno Fornasari
con Tommaso Amadio, Mirko Ciotta, Michele Radice, Cinzia Spanò
scene e costumi Erika Carretta
disegno luci Andrea Diana
tecnica Enrico Fiorentino
assistenti alla regia Riccardo Buffonini e Giuseppe Salmetti


Nuova produzione del Teatro Filodrammatici in prima nazionale, "Brutto" di Marius Von Mayenburg è una satira feroce sullo straniamento che si vive oggi, in rapporto al proprio aspetto e al proprio corpo. Il culto della bellezza, la persona ridotta al corpo, il corpo asservito al marketing e l’io frammentato che è sempre ‘così è se vi pare’. Siamo come gli altri ci vedono e il corpo è comunque una gabbia anche se dorata. Il Filodrammatici torna sul tema, pur con un tono e una prospettiva molto diversi, dopo “Che ci faccio qui” di Marco Baliani. Il brutto non è ammesso nemmeno quando è amato da chi dovrebbe contare più di ogni altro, l’altra metà per l’appunto. E’ questo che accade al signor Lette, ingegnere che lavora per Scheffler come inventore. Sicuro di partecipare a una convention per la presentazione di un suo brevetto, scopre invece di essere stato sostituito da Karlmann, il suo assistente, per il semplice fatto di essere troppo brutto.
Perché nessuno gliel’ha mai detto prima? Perfino sua moglie Fanny è costretta ad ammettere d’averlo sempre considerato orrendo, ma d’averlo amato comunque, nonostante questo. L’amore ‘acustico’ come lo definisce ironicamente, dato che la moglie lo ama soprattutto per come parla, non riesce a soddisfarlo, anche se è ‘un amore senza riserve’ come lei cerca di convincerlo. Per lui, invece, l’amore è ‘ottico’ essendo attratto dalla moglie.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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