giovedì 15 novembre 2012

William Kentridge presenta a Roma il nuovo lavoro teatrale “Refuse the hour” e la mostra “Vertical Thinking”


Spettacoli
Martedì 13 Novembre 2012

Uno spettacolo e una performance si rincorreranno idealmente in due luoghi della cultura della città, simboli rispettivamente della tradizione e dell’innovazione: il Teatro Argentina e Il MAXXI. E’ questa scelta, ha raccontato l’artista alla conferenza stampa di presentazione, il senso di uno spettacolo sul tempo, la contemporaneità in sedi spaziali differenti. Un lavoro che partendo dal senso scientifico del tempo, un episodio realmente accaduto, elabora in termini immaginifici la temporalità superandola, o meglio rifiutandola, per accedere probabilmente ad un concetto altro di tempo dal comune sentire. Tutto da vedere…e da sentire appunto perché il tempo è unità di misura della musica.
Tre prestigiose istituzioni per un genio della scena artistica contemporanea: Fondazione RomaEuropa, MAXXI, Teatro di Roma, presentano KENTRIDGE A ROMA, un omaggio al grande artista in occasione dello spettacolo Refuse the hour al Teatro Argentina dal 15 al 18 novembre, e della mostra Vertical Thinking al MAXXI dal 17 novembre al 3 marzo 2013. 
Ne ha parlato alla stampa lo stesso Kentridge, martedì 13 novembre alle ore 12 al Teatro Argentina, insieme a Dada Masilo, coreografa e interprete, e Philip Miller, autore delle musiche dello spettacolo. Presenti all’incontro anche Franco Scaglia, Presidente Teatro di Roma, Monique Veaute, Presidente Fondazione RomaEuropa e Anna Mattirolo, Direttore MAXXI Arte.
Refuse the hour (la negazione del tempo) - ma io ho il sospetto che si tratti piuttosto di una trasgressione, sublimazione ed insieme stravolgimento del tempo stesso - sarà trasmesso in streaming live giovedì 15 novembre e rimarrà disponibile on demand fino a giugno su telecomitalia.com, nell’ambito della rassegna Metamondi di Telecom Italia.
La mostra Vertical Thinking è stata realizzata con il contributo della Camera di Commercio di Roma. 

Il punto di partenza – che prende anche la forma di un’installazione artistica – ha alla sua base una conversazione con Peter Galison, storico della scienza che si è occupato spesso del tempo (nel 2004 è stato tradotto in italiano il suo libro Gli orologi di Einstein), sull’esistenza di un orologio ad aria compressa nei sotterranei di Parigi in grado con la propria attività di sincronizzarne altri. 

L'articolo integrale su Saltinaria.it

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