giovedì 8 novembre 2012

Tutto per bene - Piccolo Teatro Strehler (Milano)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Mercoledì 07 Novembre 2012

Dal 6 al 18 novembre. Davvero un bello spettacolo, una definizione che può apparire banale come la classica messa in scena di un testo di Pirandello. Lo spettacolo diretto e interpretato da Gabriele Lavia testimonia l’immortalità del grande teatro, un testo sottile e raffinato nell’indagine psicologica accompagnato e sostenuto da una regia sapiente. Il risultato è complesso quanto lineare, al bando gli effetti speciali, gli stravolgimenti per stupire, la recitazione gridata e sopra le righe. Lo spettacolo è un crescendo drammatico che emoziona profondamente, come in una visione cinematografica, cosa che raramente accade in teatro. All’inizio è un sussurro che filtra quel testo denso e scolpito di conoscenza umana, poi una disperazione senza agitazione, composta, “pulitamente” come fanno le persone “perbene”. Un affresco impietoso della società siciliana dell’epoca che emerge senza essere calato dall’alto e per questo è disarmante. A corona una recitazione impeccabile di tutti i personaggi che si trasformano in marionette all’occorrenza; costumi attenti ai dettagli che appagano l’occhio insieme a scene, musiche e luci con un effetto estetico che non distrae, né copre mancanze, ma completa e incanta.


Produzione Teatro di Roma presenta

TUTTO PER BENE 
di Luigi Pirandello

regia di Gabriele Lavia 

con Gabriele Lavia, Gianni De Lellis, Lucia Lavia, Woody Neri, Daniela Poggi, Riccardo Bocci, Dajana Roncione, Giorgio Crisafi, Riccardo Monitillo e la danzatrice Alessandra Cristiani
scene Alessandro Camera

costumi Andrea Viotti

musiche Giordano Corapi

luci Giovanni Santolamazza


Diretta e interpretata da Gabriele Lavia, in scena con la figlia Lucia, la commedia di Luigi Pirandello, Tutto per bene, va in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 6 al 18 novembre 2012.
Opera tra le più significative del drammaturgo siciliano, rappresentata per la prima volta nel 1920, è il dramma di un uomo che scopre di aver vissuto una vita diversa da quella che credeva fosse. Non uno dei testi più rappresentati – a me in tanti anni di frequentazioni teatrali non era mai capitato né di leggerlo né di vederlo rappresentato – e che smentisce la richiesta di qualche critico di ‘de-pirandellizzare’ il teatro italiano. Un testo che merita e riporta in auge la definizione di “classico” come quell’elemento di memoria ancestrale che ci appartiene e ha la capacità intrinseca di rinnovarsi nel tempo senza perdere nulla dell’antico vigore, pur in contesti diversi. E’ il viaggio nell’animo umano che Pirandello ci regala con profondità psicanalitica e pura ironia, senza mai scendere al compromesso becero. D’altronde come avrebbe potuto farlo un siciliano pur sempre nutrito dell’eleganza e del gusto delle apparenze, per quanto ne fosse acerrimo nemico?

La recensione integrale su Saltinaria.it

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