Scritto da Ilaria Guidantoni Mercoledì, 07 Ottobre 2015
Museo Regionale dell’Emigrazione a Gualdo Tadino
C’è un angolo dell’Umbria, vicino al confine con le Marche, la cittadina di Gualdo Tadino – 15mila abitanti – che ha fatto dell’emigrazione e della sua storia un museo. Nel centro cittadino ho avuto modo di visitare quest’istituzione preziosa dal punto di vista dell’archivio e della memoria storica così come della didattica: non dimenticare aiuta a costruire e ricostruire, rileggere la nostra identità di migranti, come a preparare i giovani al futuro e ad affrontare una società sempre più meticcia. A dire il vero tra l’altro, attraverso corsi e ricorsi, la storia dell’umanità è stata da sempre una storia di grandi migrazioni che, al di là della considerazione culturale e del valore etico, si sono dimostrate funzionali all’evoluzione antropologica della civiltà. Il cambiamento e la contaminazione sono infatti all’origine della vita.
A Gualdo Tadino c’è una struttura in pietra – ospitata nel Palazzo del Podestà e Torre Civica (sec. XII) - con un’architettura suggestiva e interessante, il Museo Regionale dell’Emigrazione “Pietro Conti” – Centro di Ricerca sull’Emigrazione Italiana – intitolato al primo presidente della Regione, che sviluppa un percorso in penombra nel quale sembra di entrare in una miniera, con un cammino di risalita, al contrario di quanto si associa normalmente ad una cava sotterranea.
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Nelle informazioni il museo ci ha comunicato che per la sezione
Ricerca, eventi ed attività museali: al posto di Nicole Marinangeli attualmente operano Martina Fiorucci e Andrea Ippoliti
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