Ilaria Guidantoni Sabato, 01 Novembre 2014
Dal 30 ottobre al 9 novembre. Un testo davvero bello per un teatro di parola che non chiede nulla, se non di essere letto, asciutto e originale, soprattutto nel primo tempo che rende compiuta la storia: pagine evocative di una vicenda esistenziale, la confessione e il ricordo di un amore finito al femminile, il quale però diventa metafora della relazione uomo-donna che svela la debolezza maschile, quella del filosofo contro l’uomo, del coraggio di sfidare dio e soccombere alla morale borghese tanto denigrata. La storia diventa altresì una metafora di un secolo. Piacevole e aggraziata la mise en espace con una scelta accurata della musica e il sax dal vivo; efficace oltre che suggestivo l’uso del video.
IL MIO SECOLO NON MI FA PAURA
JOHANNA E LUDWIG
di Fulvio Iannaco
regia di Rossella Napolano
con Annachiara Mantovani
sax Pier Paolo Iacopini
voci off Pietro Longhi e Pierre Bresolin
aiuto regia Francesco Sollecito
sax e scelte musicali Pier Paolo Iacopini
luci e proiezioni Emiliano Serafini
effetti audio Giancarlo Mici
costumi Valentina Zucchet
video e foto Stefano Giorgi
Nel quadro di una generazione che ha cambiato l’Europa, dal 1841 al 1848, tra vicende contrastanti, a volte esaltanti, a volte difficili, illusioni, grandi idee e sconfitte, il racconto di una storia d’amore. Il racconto si snoda seguendo la confessione di Johanna Kapp, bella e intelligente sedicenne, ribelle e vittima di un grande amore. Un amore da perdizione per il filosofo, trentasettenne, già celebre, Ludwig Andreas Feuerbach, noto come il primo eroico teorico dell’ateismo, allora al culmine della propria stagione creativa.
In un’ambientazione intima, quale un salotto, la biblioteca di famiglia, si fa luce la storia di una ragazza figlia di un teologo che da Johanna si aspetta una vita proba e dedita allo studio delle Sacre Scritture. Ma la fanciulla è irrequieta e scopre negli scaffali del padre il “Prometeo” di Goethe che legge avidamente ma soprattutto Feuerbach e “L’essenza del cristianesimo”, un vero spartiacque nella storia del pensiero della modernità.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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