martedì 26 novembre 2013

Scene dal parco della luna a Villa Nicolaj



di Enrico Petronio

Villa Nicolaj è la casa di campagna in provincia di Bologna dove ho passato fin da bambino parte delle mie vacanze, assieme alla mia famiglia. È una casa alla quale sono profondamente legato, le stanze, il giardino, il bosco, i campi fuori dal paese…
Nel 2011 finalmente ho preso coraggio e ho radunato un gruppetto di amici e, autofinanziandomi completamente, se non per un certo aiuto tecnico dal Comune, ho dato l’avvio a Scene dal parco della luna, che non nasce come un festival vero e proprio ma piuttosto vuole essere una “giornata in campagna” da passare assieme ad ascoltare le parole dei poeti e dei drammaturghi sotto le querce o i noccioli. La mia formazione artistica comincia in Inghilterra. Il primo spettacolo di Shakespeare che ho visto era il Come vi piace dato da un gruppo di attori nel giardino di un college, e all’intervallo ci hanno servito un bicchiere di vino rosso. Ecco. Provo a fare una cosa simile. Non mi interessa la perfezione tecnica, ossia voglio dire, non mi interessa la freddezza di un festival in cui non c’è differenza con la grande sala di un teatro della capitale. Mi interessa che la gente passi una bella giornata sdraiata sull’erba mentre ascolta Cechov o Shakespeare o Pirandello. Villa Nicolaj è prima di tutto casa mia, e il pubblico è mio ospite. A me piace molto cucinare e invitare gli amici a cena. Scene dal parco della luna nasce così. 
Nella seconda edizione del 2012 Scene dal parco della luna aveva un tema: storie di campagna. Per l’occasione ho scritto ed interpretato un testo, un lungo monologo, dal titolo …I nostri sogni. Il monologo racconta della mia vita a Villa Nicolaj (allego il testo integrale). Il testo è piaciuto molto e io mi sono scoperto autore. Nella terza edizione del 2013 allora ho presentato altri due lavori, questa volta tratti uno dall’Amleto di Shakespeare (titolo: La tragica storia dell’amore sublime fra il Principe Amleto e la bella Ofelia) e uno dalle Tre sorelle di Cechov, Tre Visioni.
Tutti i miei lavori parlano di vita e di morte, di ricerca dell’anima, di spiriti che ritornano, di grandi gioie e grandi dolori. Sono testi del tutto autobiografici: nel senso che io “uso” i personaggi per raccontare qualcosa di mio. Al tempo stesso non credo di tradirli, o negarli… Mi piacciono quei personaggi perché vi leggo dentro qualcosa della mia storia, allora scrivo una specie di terzo tempo, una scena che viene dopo, dopo il testo originario. Per esempio è stato così per Masa di Tre Visioni, che ho interpretato l’altro giorno a Roma al Teatro Campo d’Arte. Usando Masa volevo rappresentare un uomo, un giovane uomo, che si spezza dal dolore. Volevo far vedere la parte molle di uomo, che è la sua onestà, la sua intimità. Masa me ne ha dato l’occasione, per così dire. In Masa era contenuto quell’uomo, che sono io, in fin dei conti. 
Ora sto lavorando al progetto FARFALLE, che aprirà Villa Nicolaj tutti i giovedì sera da metà aprile fino a luglio con letture e performance da Pirandello, Jacopone da Todi, Agatha Christie, Marquez, Goethe... musica e altro... A luglio poi presenteremo la nostra nuova creazione:
"NUDO, ovvero: Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, per il quale firmerò la regia, e gli attori reciteranno nelle scene della notte incantata completamente nudi, come in un rito inziatico magico. Sarà uno spettacolo visionario.


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