Da martedì 13 a domenica 17 novembre 2013 – ore 21.00
Giovedì 14 Novembre, dopo lo spettacolo, Claudia Sorace e Riccardo Fazi con Laura Palmieri incontrano il pubblico per il ciclo di incontri APPENA FATTO! in collaborazione con Rai Radio 3
ideazione Chiara Caimmi, Riccardo Fazi, Claudia Sorace
regia Claudia Sorace drammaturgia / suono Riccardo Fazi
direzione tecnica Maria Elena Fusacchia elaborazione video Luca Brinchi Maria Elena Fusacchia
performance Claudia Sorace, Riccardo Fazi
consulenza alla drammaturgia Giuseppe Acconcia
consulenza alla rumoristica Edmondo Gintili vestiti Fiamma Benvignati
organizzazione Manuela Macaluso foto di scena Stefano Augeri
Grazie a Glen Blackhall per le domande che ci ha fatto, Lukas Wildpanner per i consigli fonici e Tony Clifton Circus per i loro microfoni
Una produzione Muta Imago coproduzione Romaeuropa Festival 2013
residenze Orchard Project - New York, Kollatino Underground - Roma, Teatro Biblioteca Quarticciolo - Roma, Teatro di Roma, Inteatro Polverigi; uno spettacolo nato all’interno del progetto Wake Up! del Teatro di Roma
Dal 13 al 17 novembre I Muta Imago saranno al Teatro Quarticciolo con il nuovo spettacolo Pictures From Gihan, nell’ambito del Romaeuropa Festival 2013.
Questo lavoro è il tentativo di raggiungere una persona. Gihan I. è una giovane blogger egiziana. Come centinaia di migliaia di suoi concittadini, due anni fa, ha vissuto una rivoluzione. A partire dalla prima immagine dell'11 febbraio 2011 in cui viene intervistata a Piazza Tahrir, fino ad arrivare ai tweet in cui racconta della sua vita al Cairo in questi giorni cerchiamo, attraverso il suo sguardo, di tracciare una storia personale e collettiva, manipolando le tracce di un evento per comprenderne la straordinarietà, la velocità, l'immediatezza.
E' possibile capire e raccontare da questa distanza?
In scena due persone cercano di restituire i segni della loro ricerca, aprono l’archivio dei materiali che hanno raccolto su internet e prodotto durante un'estate di ricerca, mostrano il loro tentativo di trovare un contatto personale con una storia che si costruisce senza di loro.
Tutto ha inizio da una lettera scritta dai due artisti, Claudia Sorace e Riccardo Fazi, alla blogger Gihan per stabilire un contatto e proseguire un percorso di ricerca sulla verità di quei fatti. Un primo contatto, virtuale ed umano, per dare vita all’immagine teatrale.
“Cara Gihan,
ti scriviamo di nuovo per dirti a che punto siamo.
Come già saprai, lo scorso inverno abbiamo iniziato a lavorare a un progetto sulla Rivoluzione Egiziana del 2011. Volevamo ricostruire quei fatti a partire da tutte le tracce che di quelle giornate erano ancora presenti e rintracciabili su internet. Scoprimmo, allora, che c’era ancora una quantità enorme di materiali da raccogliere sul web, e tra questi ci imbattemmo nei tuoi: attraverso tweet, post, sms, fotografie, video avevi documentato quello che accadeva intorno a te raccontando quegli eventi dal tuo particolare punto di vista. Con il tempo ci siamo affezionati al tuo sguardo, che sentivamo vicino al nostro, seppure così lontano. Così, ci siamo messi a ricostruire in scena quelle giornate di rivoluzione a partire da te, immaginandoci al tuo posto, e abbiamo realizzato la prima parte dello spettacolo. Nella seconda parte volevamo ritrarre la situazione per come era invece al presente. Ma dopo la mano pesante dell’esercito, le prime elezioni democratiche con la vittoria di Morsi, leader dei Fratelli Musulmani, una forte restaurazione politica e religiosa in tutto il paese, non riuscivamo a capire come effettivamente le cose si stessero sviluppando. Per questo motivo abbiamo deciso di venire al Cairo, per incontrarti e parlare con te di tutto questo. Per questo motivo abbiamo cominciato a cercarti, a scriverti, senza però avere mai risposta.
Poi, il 30 giugno 2013, tutto cambia.
Il mondo fa un salto, il tempo fa una giravolta: in Egitto scoppia di nuovo la rivoluzione
(tu diresti che è la stessa dell’inizio, che deve ancora finire).
Tu, dopo mesi di assenza, torni a raccontare le tue giornate su internet.
Noi, ricominciamo a seguire le tue tracce.
Per la prima volta però, il tuo racconto quotidiano si intreccia al nostro; le tue giornate di gioia, rabbia e paura accadono a distanza di spazio ma non più di tempo, mentre cerchiamo in ogni modo di capire e di raggiungerti, di esserti vicina.
Non siamo più davanti a un quadro, di cui studiare le caratteristiche. Siamo ora di fronte a uno specchio, e l’immagine si muove con noi. Il lavoro non ha più a che fare solo con te, ma con noi, mentre cerchiamo di organizzare il nostro viaggio al Cairo, e le domande che avevamo preparato per te iniziano a risuonare in noi.
Quello che vedrai nel video che ti alleghiamo doveva essere il racconto di una rivoluzione. E’ finito per diventare il racconto di un’estate. Il racconto di due persone che cercano di restituire i segni della loro ricerca, aprono l’archivio delle loro fonti e mostrano il loro tentativo di entrare a contatto con una storia che viene fatta senza di loro.
Ci piacerebbe molto sapere cosa ne pensi, avere un confronto con te, alla fine di tutto.
Una fine che chissà, potrebbe anche essere un inizio."
Riccardo, Claudia, Muta Imago
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