ANTIGONE FANTASMA
Di Daniel Fermani
Con laura Sales, Giovanni Cordì e Simone Corbisiero
E con Federica Massara e Valentina Marraffa
Teatro Antigone
10 Luglio 2013 ore 21.30
Antigone Fantasma di Daniel Fermani è un’opera che prende spunto da I sette a Tebe e l’Antigone per poi prendere una propria strada in quel tempo ciclico tanto amato dall’autore. Un tempo tra il sogno e il reale; nell’accaduto e nel deve ancora accadere. Antigone ha già seppellito suo fratello sfidando le leggi di Tebe oppure è in preda ad un incubo, una visione? Tutto questo non lo sappiamo e non lo sapremo.
L’opera del drammaturgo italo argentino Daniel Fermani, noto in Italia e in Argentina per la sua ricerca sulla prosodia e il costrutto delle frasi, basato su una metrica moderna dove il valore delle parole è incentrato sulla musicalità della frase intera che a sua volta trova la sua ragion d’essere nel corpo strumento dell’attore, non da alcuna risposta; ci permette di rivivere ancora una volta uno dei grandi drammi dell’umanità. Il conflitto tra il diritto naturale e quello positivo.
La sua è una contemporaneità stilistica che torna e recupera la bellezza della musicalità e dell’universalità greca. Un testo che non colpisce la mente ma il canale emotivo e visivo.
Nulla della storia narrata accade in scena; tutto deve ancora accadere o forse è già accaduto; tutto è stato già vissuto o deve essere vissuto e non si può evitare.
Antigone sola con se stessa, in una notte senza luna sogna o ha visioni; allucinazioni che la trascinano in un destino già indicato; in un presente privo di luce, in un passato nero, di ombre e fantasmi che tessono i fili della distruzione della stirpe. Un tempo che non risparmia nessun affetto; che porta in luce solo il rapporto dell’uomo con il potere; un rapporto, una brama che non si ferma davanti a nulla e nessuno. Una donna, una sorella distrutta dal dolore della perdita, dall’impossibilità di capire e dalla consapevolezza del tempo che ha vissuto e sta vivendo.
Si ritrova sola; dopo un sogno, un incubo che ha lasciato la porta tra il reale e l’onirico aperta e da questa porta ecco apparire i due fratelli, le loro anime, le ombre di ciò che sono; fratelli nemici che diventano uno nel rispetto delle regole del destino.
In un mondo di ombre, dove la cecità morale è diventata un incubo nel quale delle voci misteriose vagano in cerca di un corpo, Antigone ritrova i due fratelli amati: Eteocle e Polinice. Sta per scoppiare la guerra a Tebe. O è già passata. Una guerra interiore, quella che da sempre ha dilaniato la stirpe dei labdacidi, continua a straziare le anime degli ultimi discendenti di questa sfortunata famiglia. I fratelli rivelano ad Antigone il senso e la fine di tutte le tragedie, il risultato della guerra, il destino che pure a lei spetta dietro le ombre. Non sarà l'odio a fermare il fratricidio, ma nemmeno l'amore. Antigone cammina come un fantasma tra i fantasmi verso il compimento di un destino che nessuno potrebbe cambiare.
La bellezza dell’opera viene lasciata interamente alle capacità attoriche, vocali e corporee dei tre attori; la scena è priva di scenografia….i pochi oggetti presenti sono quelli necessari all’onirico, al fato, al rito, alla guerra….
La parte del fato, del destino che tutto muove è lasciata alla musica toccante, struggente del Maestro Corrado D’Ippolito, al suo sax o al suo pianoforte e/o ai tamburi e alla voce di Federica Massara e Valentina Marraffa.
Quest’opera, dopo lo Scorpione bianco (liberamente ispirato alla Medea), è tra le opere più riuscite di questo drammaturgo contemporaneo, docente universitario tra i più discussi; amati ed odiati a cui si deve un desiderio viscerale di riportare in vita e diffondere l’universalità della natura umana e dell’essenza delle tragedie antiche come unica possibile base del presente
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