Lunedì, 15 Aprile 2013 Ilaria Guidantoni
Dal 23 marzo al 18 agosto. Una mostra di grande raffinatezza, ricca con ben 140 opere ma raccolta, in un percorso chiaro e definito: l’esordio del Rinascimento fiorentino che ruota intorno alla scultura, la prima delle arti a raccogliere i germogli della svolta artistica nata sulla rivisitazione dell’arte antica, che nella maggior parte era nota ed era sopravvissuta per la scultura. Un percorso chiaro che si segue agevolmente e ci conduce in una rivoluzione tecnica e stilistica di grande respiro. Un modello nuovo di rappresentazione che si ispira al modello di una società repubblicana, dove il sacro è sempre più umanizzato.
LA PRIMAVERA DEL RINASCIMENTO
La scultura e le arti a Firenze tra il 1400 e il 1460
in collaborazione con il Musée du Louvre dove l’esposizione si trasferirà dal 26 settembre al 6 gennaio 2014
organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musée du Louvre
a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi, Marc Bormand
Palazzo Strozzi, monumento del Rinascimento fiorentino e teatro oggi di esposizioni di alto profilo, dalle cui finestre si possono sbirciare prospettive della rinascita medicea, è la sede ideale per una mostra che indaga la genesi del Rinascimento a Firenze. L’esposizione ruota soprattutto intorno alla scultura, che fu la prima arte ad interpretare il nuovo clima, e il fatto non deve apparire strano considerando che a quell’epoca dall’antichità erano giunte soprattutto sculture, non pitture. La scoperta degli affreschi di Pompei ed Ercolano arriverà infatti molto più tardi. Tra le opere il “San Ludovico di Tolosa” di Donatello, ritratto sulla locandina della mostra, tornato dopo il restauro ad un nuovo splendore, in bronzo dorato, smalti e cristalli di rocca.
Il Rinascimento fiorentino nasce, almeno nella convenzione storica, con il concorso nel 1401 per la porta nord del Battistero di Firenze che fu vinto dal Ghiberti con il Sacrificio di Isacco e al quale partecipò anche il Brunelleschi, la cui formella, a differenza di quelle degli altri artisti, non fu ‘rifusa’ ma resta ancor oggi a documentare un momento che avrebbe cambiato la storia dell’arte.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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