Mercoledì, 30 Gennaio 2013 Ilaria Guidantoni
Dal 29 gennaio al 17 febbraio. Un’ottima occasione per riconciliarsi con il teatro classico: la regia toglie orpelli e crinoline del teatro settecentesco per restituirne un testo di grande attualità, senza stravolgerlo. Le concessioni al dialetto e qualche asciugatura mutuata dalla contaminazione con Barthes ne distilla l’anima e l’universalità tanto che la storia, con il classico intreccio, la complicità maliziosa dei servi, le pene d’amore, gli scambi dei ruoli e gli equivoci, passa in secondo piano; perdendo importanza rispetto alle sfumature del discorso amoroso che tesse la trama e soprattutto l’ordito dello spettacolo. Lo stesso criterio è nelle scene, pulite senza perdere in suggestione; nei costumi scultura, sontuosi senza addobbi inutili; nelle musiche che vibrano l’emozione. Bravi gli interpreti, tutti, dove perfino qualche eccesso d’enfasi si fa perdonare. Buono il ritmo che trattiene lo spettatore che pur conosce la storia in una soluzione senza intervallo (qualche volta imitare la lezione – che il cinema ci ha insegnato – è buona prassi).
Fondazione Teatro della Pergola presenta
IL GIOCO DELL’AMORE E DEL CASO
di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux
versione e adattamento Giuseppe Manfridi
con (in ordine alfabetico) Paolo Briguglia, Antonia Liskova, Francesco Montanari, Fabrizia Sacchi
e con Emanuele Salce e Sandro Mabellini
scene Giacomo Costa
costumi Gabriella Pescucci
musiche Antonio Di Pofi
light designer Umile Vainieri
regia Piero Maccarinelli
La prima produzione teatrale della nuova Fondazione Teatro della Pergola di Firenze, Il gioco dell’amore e del caso di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux – detto Marivaux - diretto da Piero Maccarinelli, può vantare un cast di protagonisti impegnati in teatro, cinema e tv: Paolo Briguglia, Antonia Liskova (protagonista in tutti i sensi), Francesco Montanari, Fabrizia Sacchi, Emanuele Salce e Sandro Mabellini. Quel testo andato in scena per la prima volta a Parigi il 23 gennaio del 1730 con 15 repliche di successo di fila, capostipite della recitazione ‘all’italiana’ e ‘top’ si direbbe con linguaggio corrente della Comédie française si incontra con la nuova fondazione del più antico teatro all’italiana costruito. Un simbolo di un matrimonio felice, che tra l’altro è l’argomento del contendere della storia, tra due tradizioni teatrali.
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