martedì 21 ottobre 2014

Se in amore l’uomo tradisce il filosofo - Conversazione con Annachiara Mantovani

Ilaria Guidantoni Lunedì, 20 Ottobre 2014

In attesa della prima dello spettacolo “Il mio secolo non mi fa paura!”, il 30 ottobre prossimo all'Accento Teatro di Roma, abbiamo incontrato l’attrice Annachiara Mantovani.

Qual è il suo ruolo in quest'opera?
«Il mio ruolo è quello della protagonista, che è insieme la giovanissima Johanna Kapp vissuta realmente nell'Ottocento e l'immagine di un modello femminile ribelle e passionale che fa ancora oggi molto fatica ad affermarsi».

Che tipo di collaborazione ha dedicato allo spettacolo che in qualche modo mi par di capire sente ‘suo’?
«Di questo spettacolo "Il mio secolo non mi fa paura: Johanna e Ludwig" sono l'attrice protagonista e anche la referente della compagnia. La collaborazione con questo gruppo è nata nel 2008 per lo spettacolo "A lui non dicevo nulla" su musiche del compositore Dimitri Nicolau insieme con il saxofonista Pier Paolo Iacopini e la regista Rossella Napolano, con i quali sono partita in quest’avventura. Poi abbiamo realizzato insieme anche "Il Barone rampante" dove mi sono occupata anche dell'adattamento del testo di Italo Calvino. A questo nucleo forte oggi si aggiungono nuove e preziose risorse, segno che la compagnia sta consolidando il proprio impegno».

Quali sono gli elementi sui quali ha puntato?
«Lo spettacolo nasce dal desiderio di interrogarsi su due dei maggiori fondatori ottocenteschi del pensiero rivoluzionario, Ludwig Andeas Feuerbach e Carl Marx. Questa stagione vede in scena il pensiero di Feuerbach, con l’auspicio - l’anno prossimo - di continuare questo tipo di lavoro su Carl Marx, per scoprire se magari nella loro biografia è possibile rintracciare i motivi del fallimento (purtroppo evidente) dell’attuazione storico-politica del loro pensiero filosofico... La domanda a cui il nostro autore teatrale nonché professore di filosofia, Fulvio Iannaco, ha cercato di rispondere è: "Un piccolo uomo, può essere davvero un grande pensatore? Se c'è una "carenza" nella realtà umana di un pensatore non sarà anche l'efficacia del suo pensiero a risultarne condizionata?". Partendo da quest’ipotesi Fulvio ha indagato gli anni che vanno dal 1841 al 1849 in cui ebbe vita la straordinaria storia d'amore fra Feuerbach (già uomo celebre e maturo) e Johanna Kapp, una giovanissima fanciulla bavarese (allora sedicenne). Insieme parteciparono alla Rivoluzione del 1848 e fianco a fianco vissero gli eventi sconvolgenti di quegli anni.

L'intervista integrale su Saltinaria.it

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