mercoledì 15 ottobre 2014

Il flauto magico - Teatro Quirino (Roma)

Ilaria Guidantoni Lunedì, 13 Ottobre 2014

Sincretismo musicale, contaminazione di sensibilità, il senso del contagio che dialoga in una versione che sa di fiaba per bambini e insieme di un percorso iniziatico accompagnato da un griot. E’ l’elemento fantasioso, esoterico popolare, non l’elemento virtuoso settecentesco e raffinato che prevale, con qualche azzardo. La scena è ispirata ai graffiti, a qualche elemento pop, a illustrazioni per l’infanzia con inserzioni pubblicitarie, tra il cartoon e l’ammiccamento al cinema muto. Lo spettacolo non contiene, sfora, si infiltra in ambiti impropri e diverte perché gli interpreti si divertono. Belle le voci di Pamina e della Regina della Notte, interpreti ospiti: elegante e solare, l’una; potente e ironica, l’altra.

Vagabundos s.r.l presenta da una produzione originaria
Fondazione Romaeuropa e Les Nuits de Fourvière
IL FLAUTO MAGICO
ispirato all'opera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart
direzione artistica e musicale Mario Tronco
elaborazione musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni
acquarelli, animazione e scene Lino Fiorito
disegno luci Pasquale Mari
costumi Ortensia De Francesco
direttore tecnico e datore luci Daniele Davino
fonico di sala Gianni Istroni
fonico di palco Massimo Cugini backliner Juan Ortiz
proiezionista Daniele Spanò
costumista Katia Marcanio
tour manager Federica Soranzio
produzione esecutiva Pino Pecorelli per Vagabundos s.r.l

Personaggi e Interpreti
Houcine Ataa (Tunisia) voce - Monostatos
Peppe D’Argenzio (Italia) sax baritono e soprano, clarinetti
Omar Lopez Valle (Cuba) tromba, flicorno - Narratore Awalys
Ernesto Lopez Maturell (Cuba) batteria, congas - Tamino
Zsuzsanna Krasznai (Ungheria) violoncello - Dama
Luca Bagagli (Italia) violino - Dama
Gaia Orsoni (Italia) viola - Dama
Carlos Paz Duque (Ecuador) voce, flauti andini – Sarastro
Sanjay Kansa Banik (India) tablas - voce
Pino Pecorelli (Italia) contrabbasso, basso elettrico – Ragazzo
Leandro Piccioni (Italia) pianoforte
Raul Scebba (Argentina) marimba, percussioni, timpani - Sacerdote
El Hadji Yeri Samb (Senegal) voce, djembe, dumdum, sabar - Papageno
Dialy Mady Sissoko (Senegal) voce, kora - Ragazzo
Ziad Trabelsi (Tunisia) oud, voce – Messaggero della Regina della Notte
Emanuele Bultrini (Italia) chitarre – Ragazzo
Fabrizio Savone (Italia) trombone, euphonium – canto
Luca Ginesti (Italia) corno

e i musicisti ospiti
Maria Laura Martorana (Italia) voce - Regina della Notte
Sylvie Lewis (Inghilterra) voce, chitarra - Pamina

L'orchestra di Piazza Vittorio è nata in seno all'Associazione Apollo 11 ed è stata ideata e creata da Mario Tronco ed Agostino Ferrente.

L’idea è nata nel 2007 da una proposta di Daniele Abbado per la Notte Bianca di Reggio Emilia. “Il progetto - racconta - ci sembrava folle, poi abbiamo deciso di svilupparlo come se l’opera di Mozart fosse una favola musicale tramandata in forma orale e giunta in modi diversi a ciascuno dei nostri musicisti”. Non è né una riduzione (un’ora e mezza senza intervallo), né una versione semplificata, ma una vera e propria traduzione. La musica è soprattutto voce e ritmo, paradossalmente prosa.

E’ l’elemento autenticamente esoterico di Amadeus Mozart, quello dell’oralità e dei misteri, che viene posto in evidenza e della favola che incontra l’infanzia come un miracolo. Come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si sono trasformati, e anche la musica si è allontanata dall’originale. I ruoli sono stati affidati ai musicisti in base ad una somiglianza di carattere o per affinità con certe esperienze vissute: ad esempio Tamino è Ernesto Lopez Maturell, un ragazzo che ha tutta l’esuberanza della sua giovane età. Più che dall’amore per Pamina, interpretata dalla folk singer anglo-americana Sylvie Lewis (voce elegante, solare, un physique du rôle forse un po’ moderno più da racconto di Natale) che è una persona dolce ma determinata, il nostro principe è mosso dal desiderio di avventura e dalla paura dell’ignoto, che a quell’età si trasforma in eccitazione. Il mago Sarastro è Carlos Paz, un artista con un rapporto molto forte con la politica e la religione, che ci racconta spesso dei riti sciamanici del suo paese; lui stesso ha qualcosa dello sciamano.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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