lunedì 10 giugno 2013

Michelangelo Galeati: violoncellista innamorato della lirica e dell'orchestra


Domenica, 09 Giugno 2013 Ilaria Guidantoni

La fascinazione del dramma tra musica, gesti e parole. “Una mattina mi sono svegliato e ho avuto una folgorazione…”, comincia così la giornata di un violoncellista che diventa direttore d’orchestra, innamorandosi poco a poco ma inesorabilmente - com’era già accaduto molti anni prima con la musica superando le difficoltà di uno strumento ostico - della lirica, di quel compimento dell’azione drammatica fatta di una fusione tra parole, musica, costumi e recitazione. Oggi quella scoperta vuole che diventi sperimentazione e patrimonio dei giovani.

Quando mi avvicino ad un artista comincio sempre dal palcoscenico, dal suo carnet e da quello che sta facendo. Siamo all’inizio della stagione estiva che oggi a Roma sembra sia arrivata per davvero. Nel calendario di Michelangelo Galeati c’è la tournée di uno spettacolo con il quale sta andando in giro da un anno e mezzo, “Pierino, il lupo e altre storie”, realizzato con Gigi Proietti che sarà a Torre del Lago Puccini (Lucca) il 3 agosto (Orchestra del Carlo Felice di Genova, Orchestra Sinfonica di Bari, Orchestra Teatro di Reggio Calabria e Orchestra Arturo Toscanini di Parma), data nella quale ci sarà anche lo spazio per un intermezzo dedicato al compositore toscano, dalla “Manon Lescaut” su suggerimento dello stesso direttore. Lo spettacolo sarà anche al Teatro di Pescara, ad Ascoli Piceno e il 23 luglio al Festival di Catona, in provincia di Reggio Calabria, una manifestazione storica e di buon livello dedicata al teatro e allo spettacolo.
“Lo spettacolo - ci ha raccontato Galeati - è stato realizzato da Gigi Proietti in modo assolutamente aderente al testo, una lettura con leggìo, grande prova tecnica, dove la voce e le sue modulazioni sono protagoniste assolute, lasciando ampio spazio all’espansione musicale, essendo l’orchestra e i suoi strumenti con i relativi timbri l’anima dei personaggi di Prokofiev. In effetti il testo del compositore russo è molto scabro e la riduzione al minimo della gestualità dell’attore romano ne rispetta tutta l’intensità che concentra l’attenzione sulla musica e sulle parole. Il lavoro mi ha dato una grande opportunità grazie ad un rapporto di complementarietà tra di noi e di disponibilità reciproca ad accogliere suggerimenti. Nell’economia dello spettacolo ‘c'è anche lo spazio per un brano di sola orchestra, per il personaggio di Gastone petroliniano e per una canzone popolare romana di Romolo Balzani, come “Il barcarolo”, con un’attenzione che cade, ancora una volta, sulla musica”.

L'intervista integrale su Saltinaria.it

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