lunedì 18 febbraio 2013

In treno con Albert - Teatro Due (Roma)


Venerdì, 15 Febbraio 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 14 febbraio al 3 marzo. Un piccolo spettacolo, gustoso e originale, anche per la sua ambientazione all’interno di una vecchia carrozza ferroviaria. Una conversazione tra passeggeri sconosciuti, una breve storia che si intreccia come incontri casuali di passaggio e uno strano aggancio, storicamente folgorante, come l’inizio della teoria della relatività ristretta. Protagonista quasi involontario un ragazzo spontaneo e goffo, sorprendente per la spontaneità della sua intelligenza irresistibile e delirante, quasi inconsapevole. E’ questo il tratto che il regista coglie del personaggio storico. L’interpretazione è di chi ha stoffa e mantiene quell’apparente naturalezza come a chiedersi ‘che ci faccio io qui?’ Gradevole anche la trovata del doppio ruolo tra narratore e interprete, talora un po’ eccessiva.

Il carro dell’Orsa presenta
IN TRENO CON ALBERT

di Edoardo Erba

con Mirko Soldano, Monica Rogledi, Beniamino Zannoni

regia di Edoardo Erba


Dal 14 febbraio al 3 marzo presso il Teatro Due di Roma, è in scena lo spettacolo teatrale "In Treno con Albert" di Edoardo Erba con il patrocinio della Sigrav, di Esplica e dell'Università della Calabria. Il ciclo di spettacoli è accompagnato da una serie di conferenze divulgative, che si terranno una per ogni serata, poco meno di un’ora prima degli spettacoli. L’esordio con “Le dimensioni parallele” di Franco Fabbri, buon oratore che ha sottolineato gli intrecci, troppo di frequente sottovalutati, tra arte e scienza, sul tema del XX secolo: la riflessione su tempo e spazio che cadono come dimensioni assolute e indipendenti, per diventare un intreccio legato a quanto accade, mettendo in crisi le teorie di Galileo Galilei e di Isaac Newton e con esse un'intera visione del mondo. Da quella teoria della relatività speciale del 1905, nulla sarà più come prima e la scienza non avrà più certezze – che scientifiche non erano, ma assomigliavano di più a costruzioni teologiche – per diventare una disciplina funzionale che dà risposte soggetta a verificabilità e falsificabilità. Sarà così che nel XX secolo l’uomo vedrà il mondo con occhi diversi e nasceranno gli orologi molli di Salvador Dalì, o le visioni multiple dei volti scomposti in sequenza di Pablo Picasso, o la velocità dei quadri dei futuristi.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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