sabato 11 agosto 2018

Il gioco di Franca De Angelis in versione libro


Il gioco di Franca De Angelis


Un testo teatrale psicoanalitico che mette in luce la nevrosi contemporanea con lo stratagemma del gioco, metafora della vita nella declinazione di una finzione rivelatrice. Già recensito come spettacolo teatrale su Saltinaria.it in occasione della programmazione alla Cometa Off di Roma nel 2017, l’ho ricevuto dalla stessa autrice regista, Franca De Angelis, non nuova a questo tipo di esperienze, che ho seguito già con lo stesso percorso per Sissy Boy. Il testo è la trascrizione della sceneggiatura ma non perde la piacevolezza della lettura, per la sua incisività e la costruzione densa e serrata di una storia che rovescia costantemente il proprio punto di vista.
Lo spettatore-lettore è costretto come nella vita a continui salti mortali per adeguarsi alla nuove versione fornita della realtà, che si rivela sempre e comunque parziale, come anche l’epilogo che, in qualche modo resta un finale aperto. Non esiste nel testo un momento nel quale le posizioni vengono allineate ma ciascuno resta nella propria prospettiva.


La storia, in qualche modo claustrofobica, si svolge all’interno di un condominio in un appartamento dove una ragazza, Agata, accumula ossessivamente scatole, piene di ricordi, tutte classificate, perché senza la tangibilità dei ricordi non le sembra di vivere. Nel disordine di una squattrinata incontrerà Paolo attore mancato, ex depresso, che non vuole uscire dalla propria condizione, al di là delle apparenze come spesso accade nella vita. La triangolazione che offre anche l’occasione di questa conoscenza dalla quale nascerà una storia e forse una vita è la proprietaria dell’attico, la dottoressa Zoe, figura conturbante, enigmatica, contraddittoria, che sembra fornire una chiave per le vite altrui senza forse averne trovata una propria. Ex psicoanalista pentita – con dei passaggi autoironici anche molto spassosi – ha scelto di diventare consulente filosofica (la definizione è la sua) non a pagamento con qualche incidente di percorso che le costerà caro. Al centro della vicenda il tema del libero arbitrio e del fato come scelta di vita attraverso il gioco che diventa la modalità relazionale tra le due opzioni. Un gioco estremamente serio naturalmente tanto da diventare tragico. Testo brillante, avvincente ed insieme denso di riflessioni, in grado di stimolare i nostri interrogativi sulla vita, i cui grandi orizzonti si manifestano sempre nell’ordinarietà della quotidianità. E’ l’apparente leggerezza, l’ironia, il punto di vista che si sposta in continuazione che si esercitano su storie qualsiasi per trattare dei grandi temi , la cifra qualificante della drammaturgia di Franca De Angelis. La vicenda, che è interessante scoprire leggendola e guardandola,  narra di Paolo aspirante attore e Agata che vuole fare la scrittrice di romanzi e invece vivacchia come giornalista di cultura e spettacoli. Vivono sullo stesso pianerottolo e sono entrambi squattrinati, senza troppe prospettive e prossimi all’esaurimento nervoso. Sono anime perse e ferite. Dall’attico del loro stesso palazzo arriva una risposta inaspettata e stravagante ai loro problemi. La dottoressa Zeta, appunto, li introduce ad un curioso metodo di sua invenzione: il gioco delle cinque possibilità. Il “gioco” consiste nello stilare, dinanzi a una decisione da prendere, cinque possibilità di azione, sorteggiarne una e attenersi scrupolosamente a essa, mettendo in discussione il senso del Caso e del Libero Arbitrio. La dottoressa l’ha creato per cercare di aiutare i pazienti – o “allievi”, come preferisce definirli – prigionieri della depressione, incapaci di concepire una qualche azione vitale in grado di farli risalire dal baratro. Il curioso metodo sembra funzionare: scardina i blocchi, riporta alla vita, rende possibile l’impensabile. Grazie a esso dapprima Paolo, poi anche Agata, riescono a dare più di una svolta positiva alle loro esistenze. Fino a innamorarsi, a diventare coppia, a trovarsi sul punto di formare una famiglia, di diventare genitori. Ma cosa accade quando si diventa dipendenti dal “gioco” al punto di non poterne più fare a meno, tanto da rischiare di buttare all’aria tutto ciò che si è conquistato grazie a esso? Ben presto il metodo della dottoressa Zeta rivela l’altra faccia della medaglia e la relazione fra i due giovani e la loro mentore si trasforma in un triangolo pericoloso in cui i ruoli di vittima e carnefice si alternano e scambiano di continuo. Anche perché la dottoressa, dietro la maschera impenetrabile di disincanto che si è costruita, è anche lei un’anima ferita, profondamente, e oppressa dagli stessi sensi di colpa dai quali tenta di liberare i pazienti. E non cerca, forse, che un’irrazionale espiazione.

Franca De Angelis, sceneggiatrice e drammaturga. Dal 1995 lavora per il cinema e la televisione. Ha collaborato con registi come Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo. Il cortometraggio da lei scritto Senza parole ha rappresentato l’Italia agli Oscar nel 1997 e ha ricevuto il David di Donatello.
Per le sale è autrice fra l’altro del film La vespa e la regina, con Claudia Gerini. Per la televisione ha firmato numerose miniserie per la Rai, quali: Nessuno EsclusoMaria José – L’ultima reginaLe cinque giornate di MilanoStoria di guerra e d’amiciziaIl bell’AntonioExodus – Il sogno di Ada (nomination per la sceneggiatura al Magnolia festival di Shangai), Don Zeno, l’uomo di Nomadelfia (premio Signis), Sissi.
Ha collaborato a serie come Il Mastino, Commesse e Lo zio d’America. E’ stata coautrice e head writer della serie Un Medico in Famiglia dalla quarta alla settima edizione.
E’ tornata di recente a scrivere per il teatro con Sissy Boy e Gli amici degli amici.
E’ stata a lungo nel Collegio dei Probiviri della SACT, è socia fondatrice della WGI.

http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/il-gioco-teatro-cometa-off-roma-recensione-spettacolo.html

Il gioco di Franca De Angelis
Collana testi teatrali Comodìa
Le Mezzelane Casa Editrice
2018
11,00 euro

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