"Sussurro notturno" 2017 cm150x100 cm pittura su cotone giapponese e collage
s p o n d e c o n g i u n t e
Livia Liverani
a cura di
Rosa Pierno
hyunnart studio – roma
vernice 6/10 ore 18 6-28/10/2017
Sponde Congiunte, ovvero ponte tra le differenze. Questo è innanzitutto il senso della mostra di Livia Liverani a Hyunnart Studio, ed in particolare dell’opera più significativa “Offerings for five senses” del 2013 (cm 370x74). Nel suo scandire accostamenti e distanze, sfioramenti e ribaltamenti, soluzioni squisitamente visive e invenzioni plastiche, sulla superficie comunque piana, intersecando il mondo delle tradizioni orientali a spinte nettamente contemporanee, troviamo sottili indicazioni di accadimenti e suggestioni di vita.
La sensazione è quella di attraversare un ponte nel mezzo di una piantagione di fiori di loto, simbolo di ‘purezza e armonia proveniente dal fango’ da cui osservare calamitati le coinvolgenti illimitate ‘posture’ che assumono i fiori, con i loro luminosi petali e semi-calici, e le foglie dalle infinite dimensioni e forme che si inchinano quando vi si posa al centro un sovrappiù di gocce di poggia.
Ma, come ben ne scrive Rosa Pierno in catalogo: “Che da fioriture si sviluppino fioriture non è una conseguenza così scontata, quando esse siano un artefatto, un'astrazione e, in aggiunta, quando da un contesto culturale di tipo orientale si passi a un contesto occidentale. Allora si comprende come non si tratti affatto di innesti, ibridazioni, talee che possano o meno dare i propri frutti, quanto di accostamenti di materie estranee, quali sono, appunto, la carta e la stoffa, l'acquarello e le paillettes, i cordoncini e i ricami.
Ma io vorrei subito affrontare il tema più periglioso e ambiguo di tutti: quel passaggio tra Oriente e Occidente che, osservando le opere di Livia Liverani, si perde subito di vista. L'artista romana, che ha profondamente assorbito la cultura orientale nei lunghi anni trascorsi in Indonesia, Giappone, Cina e Ladakh (India) è artisticamente rintracciabile nel processo di selezione e di assemblaggio dei materiali raccolti: lì dove un primo importantissimo discrimine viene segnato proprio dalla valutazione estetica dei materiali slegati da qualsiasi considerazione di altra natura, sia essa appartenente alla tradizione buddhista, sia a un sistema culturale specifico.”
Ovvero l’osservatore che ha ben conosciuto nelle radici le differenti parti, ha una posizione del tutto imparziale, ben comprendendo le ragioni delle differenti splendide e sofferenti ‘sponde’.
Livia Liverani nasce a Roma nel 1962. La sua passione per le Arti Visive è iniziata sotto la guida della nonna pittrice Elvira Franceschini. Si diploma all’Istituto Europeo di Design (grafica editoriale). Frequenta il corso di pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Lavora per un quinquennio presso lo studio d’architettura Colony (Roma) e per l’Hotel Ritz (Parigi) come disegnatrice d’interni. Ha studiato Lingua e Filosofia Taoista presso l’Istituto ISMEO e Sanscrito presso il Centro Culturale Indiano a Roma. In Indonesia si occupa di texile design. Per approfondire la pittura orientale risiede diversi anni anche in India, Cina e Giappone. In Ladakh (India), sotto la guida di Lama Yeshe Jamyang, studia l’Arte delle Thangka tibetane. La sua prima opera su seta si trova nel monastero di Lamayuru. Lavora come illustratrice a Roma. Ha esposto suoi lavori a Barcellona, Roma e in numerose occasioni a New York.
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