Eugenio Guarducci: contaminazione, innovazione e territorio al centro della trentunesima edizione del Todi Festival, la seconda a sua firma
Scritto da Ilaria Guidantoni Martedì, 12 Settembre 2017
L'edizione 2017 del Todi Festival conferma la linea della nuova gestione, con una spinta all'innovazione, un radicamento sul territorio - l'attenzione si allarga ad un'offerta ampia della cultura del territorio - e uno sguardo mirato ai giovani e anche ad un pubblico di non habitué del teatro. Senza la scelta di un tema guida, al centro la condizione della donna, la violenza, presente in tanti spettacoli, e la musica.
Uno sguardo d’insieme sull’evoluzione del Festival che ormai ha uno storico importante. Lei direttore è una conferma dell’edizione precedente e quindi ha già uno sguardo prospettico. Com’è cambiata in questi anni la manifestazione?
«Il Todi Festival, nella sua storia, ha rappresentato e rappresenta un importante momento di promozione dell'arte e della cultura e ha l'ambizione di voler abbracciare generi diversi tra loro, classici e proposte nuove e contemporanee. Una sfida che si ripete ogni anno e che, vista la risposta del pubblico, ci fa dire di averla affrontata nella maniera giusta. Negli ultimi anni, nei due della mia direzione artistica, la contaminazione è diventata un'esigenza centrale.»
«Il Todi Festival, nella sua storia, ha rappresentato e rappresenta un importante momento di promozione dell'arte e della cultura e ha l'ambizione di voler abbracciare generi diversi tra loro, classici e proposte nuove e contemporanee. Una sfida che si ripete ogni anno e che, vista la risposta del pubblico, ci fa dire di averla affrontata nella maniera giusta. Negli ultimi anni, nei due della mia direzione artistica, la contaminazione è diventata un'esigenza centrale.»
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