venerdì 15 marzo 2013

La Trappola - Teatro Argentina (Roma)


Giovedì, 14 Marzo 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 9 al 24 marzo. Pirandello e Lavia sono fusi in un’armonia dissonante come il mondo di dissolvenza dei testi dell’uno e le allucinazioni vitalistiche dell’altro. Come il giusto cibo per il giusto vino, l’uno si attualizza e conferma al meglio la propria vocazione universalistica; il secondo, Lavia, trova nell’autore siciliano il giusto binario per incanalare le energie e di nuovo, dopo “Tutto per bene”, il doppio ruolo di regista e interprete principale, in questo secondo caso quasi assoluto, è perfetto. La recitazione è ‘ruminata’, sussurrata, appoggiata sul testo che vola con poche e sapienti trovate jazzistiche, dalle luci stroboscopiche che rendono i personaggi automi, al leit motiv dell’uso musicale per rafforzare i momenti drammatici come la nota e lugubre ninna nanna. Testo denso, possente eppure ironico con il quale Lavia, senza abboccamenti nè gesti fuori misura riempie tutta la scena. Esempio di raffinatezza che è misura, come la scenografia di una casa quasi come un magazzino tutta in grigio.
 
Produzione Teatro di Roma presenta

LA TRAPPOLA

di Luigi Pirandello
regia Gabriele Lavia
con Gabriele Lavia, Giovanna Guida e Riccardo Monitillo
scene Alessandro Camera

costumi Andrea Viotti
luci Giovanni Santolamazza
foto di scena Tommaso Le Pera
musiche Giordano Corapi

Dopo l'allestimento di “Tutto per bene” presentato lo scorso gennaio al Teatro Argentina – che ho visto e recensito per Saltinaria.it al Piccolo Teatro di Milano lo scorso autunno - Gabriele Lavia torna al teatro di Luigi Pirandello con “La trappola”, testo del 1912 del quale, oltre a curare l'adattamento e la regia, è anche interprete nel ruolo del protagonista, accompagnato da Giovanna Guida e Riccardo Monitillo.
L'incontro con Pirandello nella versione scenica di Gabriele Lavia - una produzione del Teatro di Roma - propone una lettura rinnovata e interagita direttamente con il pubblico, inframezzando altri testi dell'autore siciliano con incursioni letterarie, citazioni colte e molte incursioni filosofiche, di quella filosofia vera che ci dice Lavia è tedesca. A questo proposito c’è solo un limite da parte dei teutonici, che hanno creduto tedeschi perfino i greci. Il riferimento principale è a Nietzsche e soprattutto al pessimista Arthur Schopenhauer. 

La recensione integrale su Saltinaria.it

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