(solo ad iscrizione entro il 5 aprile teatro carcere@yahoo.it)
La Casa di Bernarda Alba è una delle ultime opere del grande poeta spagnolo, creata durante i suoi viaggi itineranti nelle campagne spagnole con la Barraca, il suo teatro “ambulante”. Visitava luoghi culturalmente chiusi e arretrati ma attraverso il teatro gli ridava voce e li trasformava in una trilogia di opere indimenticabili: Nozze di Sangue, Yerma, La Casa di Bernarda Alba.
Anche dentro e fuori le mura di San Vittore vi sono donne recluse, vittime di culture, di famiglie, di religioni e storie che le condannano in ruoli non scelti ma subiti, oggi come ieri. Così per il nostro gruppo di teatro alla sezione femminile di San Vittore la Spagna rurale degli anni ’30 diviene un Sud non specificato, un luogo del Mediterraneo o del sud del mondo..le anime che la abitano donne in cerca di amore a cui vengono soffocate ogni tipo di aspirazione e di possibilità di cambiamento.
Ci siamo avvicinate a La Casa di Bernarda Alba leggendola insieme, improvvisando e assorbendone la storia, la narrazione, il ritmo e la poesia.
I vissuti dei “personaggi” hanno incontrato le persone recluse con cui lavoriamo da tempo.
Così nasce una drammaturgia corale, fatta di brani di testo, di canzoni e ritmi, palmas e passi flamenchi..
Una casa pensata Dentro e Fuori San Vittore. Un primo Studio ad aprile dentro la casa imprigionata, una seconda parte più estesa a metà giugno dove oltre ad essere rappresentata per il pubblico di tutte le altre detenute e detenuti del carcere, speriamo possa essere rappresentata anche all’ esterno del carcere, in un teatro o in cortile della città di Milano. Una terza parte durante l’ Edge Festival di novembre di nuovo dentro o fuori San Vittore.
Affrontare quindi la tragedia di Garcia Lorca, dentro le mura di un carcere…per respirarne di nuovo insieme la potenza e la bellezza, con interpreti che conoscono davvero la sofferenza reale dell’ essere recluse. Consapevoli che un’ opera come questa possa avvicinare e far conoscere in modo diverso una comunità di donne recluse che, attraverso l’ arte, attraversano un percorso come quello della carcerazione in modo diverso.
Così anche noi, attraverso la felicità di creare una nostra nuova storia, la possibilità di rendere visibili desideri spesso invisibili, sogniamo di poter uscire fuori, di essere nuovamente interpreti e protagoniste delle nostre storie, di poter guardare fuori le grate della nostra prigione, per ritrovare, complice il teatro e la finzione, una nuova catarsi, una nuova liberazione. La sofferenza può produrre cambiamento, l’ arte può abbattere i muri..soprattutto se può accompagnare un percorso e un viaggio fra dentro e fuori.
Partecipano al viaggio dentro-fuori San Vittore de La Casa di Bernarda Alba alcuni artisti e persone che ci sono particolarmente vicine e che hanno fanno parte intensamente del processo di lavoro. Liliana Olivero e Maria Rosaria Mottola per l’ altissima qualità del loro lavoro pedagogico oltre alla generosità a trasmettere “voce e corpo” attraverso l’ insegnamento del canto e della danza flamenca al gruppo di attrici. Gin Angri per il “documentario fotografico” che sta realizzando durante le prove dello spettacolo proprio come Lorca stesso avrebbe forse voluto scrivendo, subito dopo il titolo della sua opera, proprio questa sintesi descrittiva. Renata Discacciati, Federica Lo Forte per il Diario di Bordo dell’ esperienza che darà vita a uno dei primi quaderni della Libera Università del Teatro San Vittore. Anna Petito per la sua passione nell’ organizzazione degli eventi del Cetec. Non ultima la redazione di Realtà Nascoste che ci affiancherà con recensioni e momenti di visibilità interna al progetto. Ringraziamo la Direzione, l’ Ufficio educatori e il personale tutto della C.C. San Vittore, per la costante, continuativa e preziosa collaborazione.
Donatella Massimilla, Aprile 2013
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