Martedì, 26 Marzo 2013 Ilaria Guidantoni
Milano, lingua comune del cuore, non sfondo ma fondo interiore degli interpreti e ospiti che raccontano, quasi dialogano con gli spettatori, tra parole, gag e musica. Lo stile è quello del cabaret che si reinventa al momento sull’onda dell’attualità - dove elezioni ed elezione, quella del Papa, sono protagonisti - con grande raffinatezza. Spettacolo non nostalgico (l’intento dichiarato è raggiunto) che si muove con una macchina da presa in diretta sulla realtà che si agita senza cambiare nulla. La città dell’avanguardia - della moda dove sono tutti ‘cazzuti’ - misura i cambiamenti politici in ere geologiche. Va sempre avanti e dimentica la sua ricchezza intima, il dialetto, perché la lingua non è un orpello o un retaggio, è l’anima. Una lezione magistrale con tanto di citazioni latine, che vola leggera e lascia incantati. E’ un crescendo, con armonie e disarmonie, finalmente senza costruzione televisiva. Tutto è in mano agli artisti, senza filtri. Il vero capo comico, come viene salutato alla fine, è Alberto Patrucco, narratore, cantante, musicista, cabarettista, regista sottile di oltre due ore dove i doppi sensi sono serviti come un pranzo di gala…e lo sono. Si ride davvero e talvolta ci si emoziona, con la musica che vira tra un tono e una coloritura stridente come una colonna sonora animata. La satira è arte. Ormai ce lo siamo dimenticato.
A ME MI - Domani
uno spettacolo di Alberto Patrucco e Antonio Voceri
con Alberto Patrucco, Zuzzurro&Gaspare, Antonio Silva, Luca Klobas, Federico Valera e la Sotto Spirito Band
ospiti Enzo Iacchetti, Andrea Mirò, Paolo Pasi
“A me MI…Domani”, come poi viene ribadito fin dall’inizio, parte da un’intuizione di Alberto Patrucco ed è uno spettacolo corale che, pur mantenendo una sua originale continuità narrativa, si rinnova nei contenuti di serata in serata, alternando un cast fisso e ospiti. L’omogeneità del racconto è però garantita da un forte comune denominatore: Milano.
Milano è l’elemento che salda le diversità dei protagonisti e la varietà delle storie, in un insieme ancor più legato dal prezioso impasto musicale della Sotto Spirito Band e da una vena umoristica, comica, che è satira graffiante e vera arte. Di questi tempi purtroppo la televisione, che non è più un mezzo ma uno stile che contamina tutto, ci sta abituando ad una volgarizzazione commerciale che segue l’audience diseducando di giorno in giorno. Come di recente si sta affermando nei buoni spettacoli di teatro, la musica e la canzone sono utilizzati per essere piegati alla contaminazione, alla storpiatura che è un gioco sottile e provoca la sorpresa come molte volte in quasi due ore e mezzo di spettacolo.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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