venerdì 29 marzo 2013

Ali Hassoun, tra calligrafia e figurazione. Due mondi che si incontrano nella rivolta


Giovedì, 28 Marzo 2013 Ilaria Guidantoni

Quando l’arte mediorientale incontra la figurazione rinascimentale, così si scopre la vocazione di Ali Hassoun, libanese approdato in Italia a Siena e oggi cittadino italiano milanese di adozione. Una vita alla ricerca della sintesi, tra calligrafia della tradizione mediorientale e la centralità dei volti e del nudo dell’arte italiana, nata dalla visione della Cappella Sistina. Una vita spesa per la ricerca del sacro, oltre la confessionalità e oggi l’attenzione forte alle persone, della strada e della porta accanto, in rivolta, in movimento, nella scintilla del cambiamento, soprattutto sulla scorta di quanto sta avvenendo nel mondo arabo. “Perché i volti e i gesti non sono solo l’involucro esterno: raccontano l’anima della gente ed è questo che mi interessa”.

Ci siamo incontrati nel suo studio di Milano dove sta mettendo a punto gli ultimi dettagli per la mostra antologica di Pontedera che si terrà presso il museo Piaggio (ne abbiamo dato una breve anticipazione), “Il POPolo vuole…”, il cui titolo voluto dallo stesso artista è un manifesto che segna un nuovo periodo produttivo, rivolto all’attualità. L’esposizione, in programma dall’11 maggio al 22 giugno prossimi, sarà inaugurata per la stampa il giorno 10 maggio. La mostra è curata da Luca Beatrice che ha diretto la Biennale di Venezia nel 2009.

“Questo appuntamento – ci ha raccontato Ali Hassoun – rappresenta il parto di un lungo processo iniziato con il mio lavoro per il Palio di Siena del 2010, il ‘Drappellone’ per la celebrazione dei 750 anni dalla battaglia di Montaperti”. 

L'intervista integrale su Saltinaria.it

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