giovedì 21 febbraio 2013

L'apparenza inganna - Teatro Sala Umberto (Roma)


Mercoledì, 20 Febbraio 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 19 febbraio al 3 marzo. La terza versione del testo, dopo quella nota cinematografica e un’altra teatrale – protagonista Neri Marcorè, diversi anni fa a Milano – convince e diverte. Davvero bravi gli interpreti, che finalmente fanno ridere senza essere sguaiati e senza volgarità; perfino svelando qualche lato amaro che riesce a disegnare anche i personaggi di secondo piano, tutti curati. Buona la trovata della scenografia a due piani. Uno spettacolo godibile.


La Contrada – Teatro Stabile di Trieste presenta
Maurizio Micheli e Tullio Solenghi in
L’APPARENZA INGANNA
di Francis Veber
adattamento Tullio Solenghi e Maurizio Micheli
e
con (in ordine di apparizione) Massimiliano Borghesi, Sandra Cavallini, Paolo Gattini, Adriano Giraldi, Fulvia Lorenzetti, Matteo Micheli e Enzo Saturni

scene Alessandro Chiti

costumi Andrea Stanisci

musiche Massimiliano Forza

arrangiamenti Fabio Valdemarin

regia Tullio Solenghi


Contabile diligente e uomo mite senza qualità, François Pignon lavora per un’azienda di produzioni derivanti dal caucciù, preservativi in primis. Ometto deriso che si presenta in abito da cerimonia per la foto aziendale e finisce per restarne fuori.
 Sfortunatamente, è stato deciso il suo licenziamento, la qual cosa, unitamente al divorzio dalla bella moglie di cui è ancora innamorato e al fatto che il figlio diciassettenne non lo considera minimamente - ritenuto in casa un mattone e un uomo che sta sempre male come gli rinfaccia la moglie (si viene tra l’altro a sapere che perfino il giorno del matrimonio, causa il colpo della strega di lui, la novella sposa è arrivata al banchetto in braccio al testimone) - lo porta a contemplare il suicidio. Il suo vicino lo ferma in tempo, dando il via a una serie di eventi che cambieranno totalmente la sua vita e persino il suo carattere: il primo passo è quello di fingersi gay, in modo da spingere la dirigenza a non procedere al licenziamento per paura di mobilitare la associazioni omosessuali. Lo sa bene il vicino, psicologo in pensione e poi si svelerà il perché. Perché in ogni persona c’è un non detto, un non apparente.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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