lunedì 11 febbraio 2013

Elephant Man - Teatro Ghione (Roma)


Dal 7 al 17 febbraio. Un bel lavoro davvero! Profondo, curato nel dettaglio, dosato, armonico. Il regista riesce a estrarre la capacità degli attori regalando una vera ed affiatata compagnia, con un Daniele Liotti che interpreta il protagonista del racconto senza cedere alla tentazione della caricatura e un’Ivana Monti che si staglia sopra gli altri con la sua grande scuola. La recitazione, anche nei momenti di maggior intensità, non travalica mai l’armonia e riesce a commuovere, valorizzando un bel testo dal punto di vista letterario. Completo il lavoro con le scene senza troppi fronzoli ma curate e di grande atmosfera; di gusto i costumi, di grande effetto luci, suoni e musica, in certi momenti struggenti.


Compagnia Molière
con il patrocinio della Regione Veneto presenta
Ivana Monti, Daniele Liotti, Rosario Coppolino
con la partecipazione di Debora Caprioglio
con Andrea Cavatorta, Francesco Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio
ELEPHANT MAN
scritto e diretto da Giancarlo Marinelli
tratto dall’omonimo racconto di Frederick Treves
scene Andrea Bianchi/Forlani
costumi Marta Crisolini Malatesta
light designer Daniele Davino
la maschera dell’uomo elefante è realizzata da Sergio Stivaletti


“Io non sono un animale! Sono un essere umano! Sono... un... uomo” dice Joseph Merrick, protagonista del racconto, condensando in una frase recitata allo specchio, nel quale guarda il proprio volto deforme, l’umanità e la dignità del dolore di questo spettacolo di grande attualità. Regala infatti un urlo contro le apparenze e l’ossessione per la bellezza fisica. 
The Elephant man, capolavoro della cinematografia firmato da David Lynch – personalmente non averlo visto, se mi ha tolto un’occasione, d'altro canto mi ha dato l’opportunità di gustare appieno la scoperta della storia a teatro – è un racconto perfetto, quasi in presa diretta. E’ anche una sorta di fiaba moderna dove il tema della bellezza interiore disvelata dalla cura e dall’amore, rivelata da una donna, ha per altro molti predecessori. La scommessa è fondere la cronaca amara e la fiaba senza un lieto fine scontato e a senso unico, dove la promessa di felicità è una strada tutta da conquistare. In una Londra scossa dai delitti di prostitute di Jack Lo Squartatore, un giovane chirurgo, Frederick Treves salvò l’Uomo Elefante, al secolo Joseph Merrick, dalle torture dei freak show della Londra di fine Ottocento.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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