ALEXANDER RODCHENKO. REVOLUTION IN PHOTOGRAPHY
29 marzo - 27 maggio 2018
Mantova, Palazzo Te
“Il nostro
dovere è sperimentare” Alexander Rodchenko
La mostra “Alexander Rodchenko. Revolution in photography”,
ospitata a Palazzo Te a Mantova dal 29 marzo al 27 maggio 2018, presenta una
raccolta di circa centocinquanta fotografie dai negativi originali degli anni
Venti e Trenta del grande maestro russo, esponente di primo piano
dell’avanguardia sovietica del XX secolo.
Il movimento dell’avanguardia in Russia costituisce un
fenomeno unico nel Novecento. La stupefacente energia creativa espressa dai
suoi esponenti continua ad alimentare la cultura artistica contemporanea.
Alexander Rodchenko (1891 - 1956) è stato incontestabilmente uno dei principali
generatori di idee di quella stagione straordinaria, incarnando lo spirito
dell’epoca. Tutti i campi artistici pervasi dal suo talento - la pittura, il
design, il teatro, il cinema, la tipografia e la fotografia - ne sono stati
trasformati aprendo vie di cambiamento radicalmente innovative.
Gli obiettivi di vita da lui stesso formulati nei
saggi teorici, il vettore per il progresso che ha attivato e la sua capacità di
sognare il futuro risultano ancor oggi di grande importanza.
Le fotografie esposte nelle Fruttiere della villa di
Giulio Romano, provenienti dalla collezione del Multimedia Art Museum, Moscow e selezionate dalla curatrice Olga Sviblova, documentano il
ruolo rivoluzionario di Alexander
Rodchenko nell’ambito della fotografia.
Introducendo il pensiero concettuale e l’ideologia costruttivista,
l’artista sovietico determina un cambiamento radicale del modo di concepire la
natura della fotografia e il ruolo del fotografo: anziché mero riflesso della
realtà, la fotografia diviene anche uno strumento per la rappresentazione
visiva di costruzioni intellettuali dinamiche. Nella sua opera fotografica la
composizione si coniuga con un approccio documentario autentico e con la
capacità di cogliere istantaneamente le sensazioni dell’uomo moderno.
La “rivoluzione” operata dall’artista - che spinge la
critica a definirlo “il padre della fotografia sovietica” - dà forma a uno
stile e a un linguaggio visivo del tutto unici, combinando gli espedienti
formali del “Metodo Rodchenko” - tra
questi la composizione diagonale da lui scoperta, la prospettiva scorciata, punti
di ripresa insoliti dal basso verso l’alto e viceversa, l’ingrandimento di
dettagli - e una componente romantica che ispira il suo pensiero utopico.
Il talento multiforme e innovativo di Rodchenko trova
espressione in uno specifico insieme di temi a lui cari, quali la vitalità
della città, la bellezza della tecnologia e dell’architettura moderna, l’industria,
il teatro, il circo e lo sport.
Percorso
mostra
Il percorso espositivo a Palazzo Te si apre con l’Autoritratto
caricaturale del 1922, esposto accanto
a un corpus di ritratti, in cui appaiono anche amici e familiari, e alle famose
fotografie La scalinata (1930) e Ragazza con una Leica (1934), che incarnano
integralmente i principi innovativi del suo “metodo”.
L’itinerario di mostra prosegue con una selezione di
immagini sulla realtà industriale raccolte nelle short series: Fabbrica di automobili AMO del 1929,
dedicata al settore dell’industria automobilistica; MoGES (Centrale Elettrica di Mosca), che documenta la nuova
centrale elettrica eretta nel 1927 e il lavoro degli operai. La verticalità
delle moderne costruzioni viene ripresa nelle fotografie
di architetture e particolari costruttivi, come la celebre Scala antincendio (con un uomo) del 1925.
Le spettacolari parate di ginnasti e atleti sono
protagoniste degli scatti che raccontano lo spirito dinamico e la nascente
coesione sociale degli anni Trenta in Russia.
La nuova attenzione rivolta da Rodchenko al dettaglio
permette di mettere in luce l’armonia delle architetture e delle nuove forme
create dalla tecnologia, illustrata in mostra con l’immagine della Torre
Shukhov del 1929 e con la short series Fabbrica
di lampadine elettriche di Mosca realizzata a cavallo degli anni Venti e
Trenta.
La nuova Mosca è documentata con le fotografie della
costruzione del Parco della Cultura e della asfaltatura delle strade di
Leningrado, e con le immagini di edifici simbolo, quali quello progettato da
Ginzburg sul viale Novinski e quello del Mosselprom.
La fotografia di stampo giornalistico è testimoniata
dagli scatti dei fotoreportage all’interno dell’ufficio editoriale e dell’archivio
del giornale “Gudok” (1928) e quello sui lavori di costruzione di grandi
imprese ingegneristiche, in particolare la costruzione del canale che collega
il Mar Bianco con il Mar Baltico.
Con le acrobazie degli artisti del circo si conclude
una narrazione fotografica di grande suggestione, fortemente rappresentativa
dello spirito dei nuovi tempi.
L’intera opera fotografica di Rodchenko mette in luce
l’obiettivo principale della sua poetica:
la trasformazione del presente in nome del futuro e la possibilità di una
positiva trasfigurazione del mondo e dell’umanità.
“Io ho creato oggi per poi, domani, cercare il nuovo,
- scrive Rodchenko - anche se esso sembrerà nulla in confronto a ciò che è
stato fatto ieri. In compenso dopodomani supererò ciò che è stato fatto oggi”.
In tutta la storia della fotografia russa della prima
metà del XX secolo, Alexander Rodchenko è l’unico ad aver lasciato, attraverso
gli articoli e i diari, testimonianze incomparabili: riflessioni sull'arte di
un fotografo-pensatore, partecipe di un cataclisma storico che aveva generato
in lui un conflitto drammatico tra presupposti consci e un’inconscia pulsione a
creare.
La mostra “Alexander Rodchenko.
Revolution in photography” è prodotta e organizzata dal Ministero della Cultura della Federazione Russa, dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura
di Palazzo Te, dal Museo Civico di
Palazzo Te e dal Multimedia Art Museum, Moscow, con la
collaborazione dell’Istituto Italiano di
Cultura di Mosca, in sinergia con Russian
Seasons.
Nessun commento:
Posta un commento