"Amori, furti e altri guai" - Un film di Mulayad Alayan
Scritto da Ilaria Guidantoni Giovedì, 18 Febbraio 2016
Primo lungo metraggio del palestinese Mulayad Alayan, commedia amara in arrivo in Italia il 25 febbraio 2016, è girato con un tocco minimalista, anche nei dialoghi. Bianco e nero vintage con un taglio iper-realista di grande raffinatezza nella sua semplicità. Quasi un omaggio, forse involontario, al cinema neorealista nostrano con una nota di rassegnazione e ineluttabilità, che racconta un Medioriente dove i conflitti non finiranno mai.
Opera prima del regista che pure ha una carriera di corti premiati e indubbiamente la direzione della fotografia che non lascia dubbi. Un film che è tutto visione, erodendo al massimo il dialogo che pure in certi momenti merita attenzione. Film minimalista, aspro, che racconta una vita rassegnata, con il sogno di un amore impossibile, rubato e vissuto con dedizione, frustrazione ma assenza di concretezza. La realtà è misera, scampoli di vita senza prospettive che mirano alla sopravvivenza facile e preferiscono sognare l’illusione che rimboccarsi le maniche, perché l’ebbrezza di un momento è pur sempre meglio del grigiore quotidiano e duraturo. Se il genere è definito commedia si avvicina di più a un dramma, perché pur riecheggiando nella partitura e nella grammatica, perfino nella durezza di certe interpretazioni ruvide, il cinema neorealista nostrano, non ne ha minimante il tono ironico, leggero e leggiadra; manca qualsiasi nota di speranza, di apertura.
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