lunedì 3 giugno 2013
La Donna del Mare - Teatro Eliseo (Roma)
Domenica, 02 Giugno 2013 Ilaria Guidantoni
Acclimatarsi, sembra questa la parola chiave di un testo liberamente tratto e ricostruito a partire da un’opera di Ibsen. Un caso di teatro nel teatro, dove i piani si confondono perché è il sogno della protagonista di essere interprete de’ “La Donna del Mare” che a sua volta si nutre di sogni e ossessioni. La fantasia di questo testo ricostruisce un fatto storico: la passione di Eleonora Duse per Ibsen, il suo viaggio ai confini del mondo per incontrarlo, la sua delusione e il sogno di interpretarne un’opera, dove aspirazione teatrale ed esistenziale si mescolano. Si ritrovano i temi cari ad Ibsen, quell’atmosfera plumbea dei rapporti coniugali e familiari difficili, quella monotonia incombente del paesaggio austero, fiordi che colano a picco in un mare cupo e talora distante. Si fatica un po’ ad entrare dentro e c’è un certo colore monotono che non si capisce se voluto. In crescendo il testo e la regia, fiorisce nel secondo atto.
Associazione Roma Teatro Service e
Teatro Studio Jankowski presentano
LA DONNA DEL MARE
di Henrik Ibsen
libero adattamento e drammaturgia di Maria Letizia Compatangelo
regia di Claudio Jankowski
con Anna Maria Cittadini e Alessandro Bellico
partecipazione straordinaria di Stefano Abbati e Alioscia Viccaro
Giovedì 30 maggio, in serata unica, è andato in scena al Teatro Eliseo “La Donna del Mare”, dal testo di Henrik Ibsen, con il libero adattamento e la drammaturgia di Maria Letizia Compatangelo e la regia di Claudio Jankowski; interpreti in scena Anna Maria Cittadini e Alessandro Bellico, con la partecipazione straordinaria di Stefano Abbati e Alioscia Viccaro.
Uno spettacolo incentrato sulla libertà della donna, tema per il quale Henrik Ibsen, drammaturgo realista e democratico, rappresentò voce forte denunciando senza remore il gretto conformismo della borghesia ottocentesca che confinava la donna in ruoli minori e marginali e alla quale non riconosceva diritti civili e sociali; basti pensare a “Casa di bambola”, come anche al celebre “Peer Gynt”.
La libertà della donna come diritto e come scelta, imprescindibile per lo sviluppo di una personalità completa e felice. Libertà espressa nel parallelismo con il mare, distesa infinita e sconfinata che suggerisce i più diversi desideri dello spirito. Il mare fa da sfondo, da sogno ma anche da ossessione. La resa interessante in questa scenografia semplice è attraverso un pannello a tutto schermo dove, come ormai sempre più di frequente, il cinema entra nel teatro.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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