Scale bianche e nere con Giovanni Allevi
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 04 Marzo 2018
La vocazione alla “rottura” con l’accademia, senza il gusto della provocazione ma nel dialogo costante con la musica, fatta di emozioni e di grande disciplina, che Giovanni Allevi coltiva con umiltà, curiosità e anche uno sguardo timidamente divertito. Abbiamo incontrato Allevi sul treno di ritorno dal Festival di Sanremo, al suo rientro a Milano dove vive, dopo la maratona nella Giuria degli Esperti per le serate finali della manifestazione musicale.
Quando e come è arrivata la vocazione musicale?
“Il primo ricordo risale a quando da bambino, durante una lezione di pianoforte, osai modificare a modo mio il finale di una sonata di Mozart. La mia insegnante inorridì e mi tirò lo spartito in testa. Un segnale inequivocabile da parte del mondo accademico, il primo screzio di un conflitto che si sarebbe allargato a dismisura.”
“Il primo ricordo risale a quando da bambino, durante una lezione di pianoforte, osai modificare a modo mio il finale di una sonata di Mozart. La mia insegnante inorridì e mi tirò lo spartito in testa. Un segnale inequivocabile da parte del mondo accademico, il primo screzio di un conflitto che si sarebbe allargato a dismisura.”
Per una lettura integrale dell'articolo: http://www.saltinaria.it/
Nessun commento:
Posta un commento