Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova – Scuderie del Quirinale (Roma)
Scritto da Ilaria Guidantoni Giovedì, 05 Gennaio 2017
Mostra di grande impatto sia per la ricchezza delle opere in termini di numero, assortimento, dimensioni e splendida fattura sia per lo spunto originale: i tesori recuperati dalle spoliazioni napoleoniche del 1816. Un bicentenario importante per ricordare che l’idea del Museo Universale del Louvre nasce dal modello italiano che ha unito classicità e innovazione.
La Mostra, a cura di Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce, aperta dal 16 dicembre 2016 fino al 12 marzo 2017, rievoca l’avventuroso recupero del capolavori italiani dalla Francia: dalla fine del Settecento soprattutto della scuola bolognese, alla scuola veneziana di Tiziano, Tintoretto e Veronese, passando ai Carracci fino al Rinascimento fiorentino e toscano per toccare qualche fondo oro. Tra gli autori principali Guido Reni, la cui “Fortuna”, opera soave di grande leggerezza e ariosità è il manifesto dell’esposizione, e una serie di lavori di Antonio Canova che si adoperò molto per il recupero. In particolare in mostra al piano superiore lo studio per la “Venere dei Medici” requisita da Napoleone.
L’antologia espositiva è qualitativamente eccellente per la scelta dei dipinti. Non facile vedere tanta ricchezza insieme.
Nel 2016 ricorre un anniversario di fondamentale importanza per la storia civile e culturale dell’Europa e, in particolare, dell’Italia. Risale infatti al 1816 il rientro a Roma dei capolavori artistici e archeologici dello Stato Pontificio requisiti dai napoleonici.
L’antologia espositiva è qualitativamente eccellente per la scelta dei dipinti. Non facile vedere tanta ricchezza insieme.
Nel 2016 ricorre un anniversario di fondamentale importanza per la storia civile e culturale dell’Europa e, in particolare, dell’Italia. Risale infatti al 1816 il rientro a Roma dei capolavori artistici e archeologici dello Stato Pontificio requisiti dai napoleonici.
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