Tempesta - Teatro Argot Studio (Roma)
Scritto da Ilaria Guidantoni Lunedì, 14 Novembre 2016
Dal 2 al 20 novembre. “Tempesta” di William Shakespeare per la regia di Maurizio Panici è una produzione per la stagione large 2016-2017 del Teatro Argot Studio, con un impianto scenico di grande impatto, per quanto essenziale e moderno senza attualizzazioni forzate. Grande cura nel gioco di luci, nei costumi, negli inserti musicali rock. Buona interpretazione con un filo costante di ironia che coglie del Bardo la duplicità del momento aulico e scurrile come un Rembrandt del teatro: la tragedia autentica ha sempre una nota da commedia come la vita. Con Luigi Diberti, Pier Giorgio Bellocchio, Matteo Quinzi, Claudia Gusmano, Valentina Carli, Riccardo Sinibaldi e Antonio Randazzo; musiche di Giovanni Di Giandomenico; scene di Francesco Ghisu; costumi di Anna Coluccia; light design di Giuseppe Filipponio. L’aiuto regia è di Maria Stella Taccone con la collaborazione di Alessandro Carbonara.
Argot Produzioni presenta
TEMPESTA
di William Shakespeare
regia Maurizio Panici
con Luigi Diberti, Pier Giorgio Bellocchio, Matteo Quinzi, Claudia Gusmano, Valentina Carli, Riccardo Sinibaldi, Antonio Randazzo
scene Francesco Ghisu
costumi Anna Coluccia
light designer Giuseppe Filipponio
musica Giovanni Di Giandomenico
aiuto regia Maria Stella Taccone con la collaborazione di Alessandro Carbonara
datore luci Paolo Meglio
TEMPESTA
di William Shakespeare
regia Maurizio Panici
con Luigi Diberti, Pier Giorgio Bellocchio, Matteo Quinzi, Claudia Gusmano, Valentina Carli, Riccardo Sinibaldi, Antonio Randazzo
scene Francesco Ghisu
costumi Anna Coluccia
light designer Giuseppe Filipponio
musica Giovanni Di Giandomenico
aiuto regia Maria Stella Taccone con la collaborazione di Alessandro Carbonara
datore luci Paolo Meglio
Maurizio Panici affronta l’ultima fatica del drammaturgo inglese William Shakespeare offrendone una lettura che s’interroga sul contemporaneo e ne sviscera limiti e potenzialità, cogliendo efficacemente quel lato maturo del drammaturgo, ironico, graffiante e a tratti estremamente lirico, con accenti malinconici. E’ il testo nel quale si dice che siamo fatti della stessa materia dei sogni e che accoglie il teatro nel teatro, diventando una sorta di testamento, con un’interattività con il pubblico di forte modernità.
Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/
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