lunedì 13 maggio 2013
Ali Hassoun "al-shaab yurid" ovvero il POPolo vuole
Domenica, 12 Maggio 2013 Ilaria Guidantoni
Un artista libanese naturalizzato italiano apre il dialogo tra Oriente e Occidente, nel segno della giovinezza e della libertà, per rispondere alle domande delle rivolte arabe. La Vespa, simbolo della creatività produttiva italiana, evocatrice di libertà e di mettersi in cammino, sposa idealmente la rivoluzione e l’aspirazione alla dignità e alla giustizia. Oggi il Museo Piaggio, sede della mostra, diventa il simbolo della reattività alla crisi dove, in un territorio minato nella sua economia, l’impresa scommette sulla cultura nella convinzione di poter cambiare mentalità. E qualcosa si è mosso. La mostra nasce insieme al workshop “Nobody said it was easy”, che mostra la possibilità di aprire l’azienda alla formazione.
Per la prima volta un artista straniero entra nel Museo Piaggio, a Pontedera, cittadina in provincia di Pisa, sede di una permanente che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della creatività produttiva italiana e che da anni dispone anche di una parte riservata ad esposizioni temporanee. Con Ali Hassoun, l’artista libanese, un percorso di studi in Toscana, che vive e lavora da anni a Milano, si inaugura una stagione internazionale legata all’attualità.
L’elemento che salda simbolicamente la mostra “al-shaab yurid”, il POPolo vuole, dedicata alle rivolte del mondo arabo, con la sede aziendale, è la nuova Vespa LX 50 che il pittore ha dipinto in uno stile Pop e simbolico per donarla poi alla permanente che lo ospita. La Vespa è un simbolo di anni di libertà, crescita, un mondo giovane e aperto alla vita e alla possibilità di spostarsi assecondando il ritmo della passeggiata, godendosi il percorso e lasciando la possibilità di conversare. Una velocità temperata con l’emozione.
E’ questo il cammino tracciato e sperato dai tanti giovani che si sono ribellati, dalla Tunisia, all’Egitto alla Siria e che sembrano veder sfumare ancora una volta i loro sogni. Come in uno specchio realtà urbane, come quella di Pontedera, cresciute sulla scorta di un impianto produttivo importante, si sono trovate arrese di fronte alla crisi ma questa iniziativa rappresenta un tentativo di risposta. I giovani italiani ed europei, come molti di quelli dei paesi arabi, chiedono lavoro e soprattutto dignità per essere liberi di coltivare i propri sogni. L’arte può dare loro una risposta in tal senso.
L'articolo integrale su Saltinaria.it
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