venerdì 11 luglio 2014

Conversando sulle note di Francesco Garolfi

Mercoledì, 09 Luglio 2014 Ilaria Guidantoni

Ho incontrato questo giovane musicista che preferirei definire compositore al Festival blues musicale letterario di Piacenza, Dal Mississippi al Po, a fine giugno. Mi ha colpita il suono morbido delle sue note e la sua eleganza discreta, quasi ritrosa, ma consapevole, senza falsa modestia, senza le nevrosi di certi artisti. La sua curiosità autentica e i suoi studi classici mi hanno incuriosita e ho scoperto che rispondeva alla mie domande con altre domande, più desideroso di ascoltare che di raccontarsi. La mia testardaggine però ha vinto una partita – non pretendo di più – e l’ho convinto a raccontarsi, a raccontare una storia di grande qualità non forgiata dal successo, ma realizzata sull’onda dell’ispirazione e della disciplina.

Se dovessi metterti in versi, con le note di una canzone che immagine si disegnerebbe di Francesco Garolfi allo specchio?

“Mi sento un esploratore dei suoni. Sono un compositore, produttore e chitarrista di origini cremonesi. Ho avuto il privilegio di collaborare e di dividere il palco con artisti di fama nazionale e internazionale, in Italia e all'estero. La mia ricerca, partita con una tesi di Laurea in Psicologia Sociale, è da sempre dedicata al legame esistente tra l'esperienza interiore e la sua manifestazione artistica, in forme di vita ed espressioni musicali”.

Vuoi dirci qualcosa in più?
“Mi dedico alla composizione di mie musiche. Compongo, arrangio, suono, registro e produco artisticamente nel mio laboratorio sonoro il La Gar(e) Studio. Il mio primo album dal titolo “Un Posto Nel Mondo” (2012) è un concept sulla ricerca della verità interiore di ciascuno di noi; la ricerca di quel posto emotivo o reale, unico per ciascuno di noi, in cui davvero riusciamo a realizzare pienamente la nostra essenza. Il secondo disco, che vedrà la luce il prossimo autunno, è ispirato al mondo e ai testi di Jack London, tradotti da Davide Sapienza, dal titolo Wild. Collaboro con orgoglio con la cantautrice Cristina Donà e conduco attività concertistica da solo o con la mia band. Ho suonato in alcuni Festival Internazionali; in trasmissioni televisive su canali nazionali, tra cui Gargantuà su Rai3, di Giovanna Zucconi, con il Premio Nobel Dario Fò; ho registrato a Woodstock, New York, con Garth Hudson di The Band e con Peter Walsh, produttore di Peter Gabriel, Simple Minds, Scott Walker; condivido performance di musica e poesia/letteratura con lo scrittore Davide Sapienza; ho interpretato la mia composizione “Notte di Stelle” per il Pontefice al VII Incontro Mondiale delle Famiglie in Eurovisione e davanti a oltre 350.000 persone; ho attraversato gli Stati Uniti, da Clarksdale Mississippi a New York, da Austin Texas a Memphis Tennessee, in due tour musicali suonando in locali storici in Beale Street e vecchi Juke Joints del Delta; ho militato in una band di progessive rock degli anni '70, i Maxophone con session man che hanno lavorato con Mina, Adriano Celentano, Gianna Nannini; ho diviso il palco con artisti di spicco della musica nero americana tra cui Eric Bibb e Guy Davis e italiana come Massimo Bubola e Niccolò Fabi; ho vinto da solo un Challenge/Festival Internazionale a Saint Moritz. Ho approfondito l'analisi della musica delle radici americane, roots e blues, con un disco dal titolo “The Blues I Feel” e ho studiato la rivoluzione musicale e culturale del 1968, registrando un album dal titolo Odissea Nel Rock. Questi sono alcuni dei momenti topici del mio percorso artistico. Citando Ecce Bombo di Nanni Moretti: "mi muovo, conosco, faccio delle cose" (con più ironia o meglio autoironia, ndr)”.

L'intervista integrale su Saltinaria.it

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