Interviste cultura e spettacolo
Scritto da Ilaria Guidantoni
Mercoledì 04 Aprile 2012
Lavorare con i grandi maestri è un timbro riconoscibile per chi ha scelto di scommettere sul matrimonio tra rigore (regia) e passione (interpretazione). Instancabile, è sempre in scena anche se non sempre per ‘lavorare’. Creare salva comunque dal baratro e rilancia la sfida. Mentre l’infedeltà, in arte, salva dalla mutilazione. L’invito è a restituire i teatri agli artisti, senza dimenticarsi del teatro come una macchina che necessita di manutenzione.
Vorrei partire dal suo ultimo lavoro in qualità di regista, che ho avuto modo di vedere al Teatro Filodrammatici di Milano, "Il clown dal cuore infranto" ispirato a Oscar Wilde. Com’è nata l'idea? Quali sono gli elementi che l’hanno guidata nelle scelte?
L’obiettivo era di parlare di un tema di discriminazione sociale, l’omosessualità, in modo raffinato e non programmatico, allontanandomi dall’urlo becero sempre più diffuso. Inoltre e forse proprio a supporto di questa scelta ho optato per un tema di attualità filtrato attraverso un racconto storicizzato. In particolare la figura di Oscar Wilde mi ha sempre affascinato fin dai tempi del liceo. Ho voluto riproporla in una chiave nuova, al di là del mero esercizio letterario stilistico o del personaggio esteta e decadente.
L'intervista integrale su Saltinaria.it
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